Moreno sulla Marmolada con una gamba sola: «Da Punta Rocca un panorama spettacolare»
Il veneziano che risiede ad Auronzo e lavora a Ponte nelle Alpi ha raggiunto la vetta insieme all’amico Gianluigi Rosa
Ramponi e protesi sulla Marmolada: l'emozionante impresa di Moreno Pesce e Gianluigi Rosa
Moreno ce l’ha fatta. Raggiungere i 3. 265 metri di Punta Rocca era un obiettivo inseguito da tempo, ma mai raggiunto. Domenica le cose sono andate in maniera diversa. Merito di un meteo benevolo, ma soprattutto di una tenacia senza pari. Perché Moreno ha compiuto una di quelle imprese che verranno ricordate a lungo: raggiungere la vetta della Marmolada con una sola gamba.
Moreno Pesce ha 43 anni e si sente un cittadino del mondo. Nato a Noale, dove risiedono la compagna e la figlia, risiede ad Auronzo, lavorando principalmente a Ponte nelle Alpi. Impiegato nella quotidianità, ma sportivo nello spirito e nell’anima.
Proprio grazie alla passione per lo sport e all’amore smisurato per la montagna ha trovato una nuova dimensione, dopo quel drammatico incidente che nel 1997 lo ha costretto all’amputazione di una gamba. Il suo racconto parte da lì. «Ho avuto un incidente in moto tra le gallerie di Longarone. Sono riuscito a portare a casa la pelle, ma ho perso una gamba. Me l’hanno amputata una volta giunto in ospedale, quando mi hanno soccorso ce l’avevo ancora».
La ripresa dall’incidente fu graduale, soprattutto a livello psicologico: «Ci ho messo qualche anno ad accettare le stampelle, ad accettarmi così com’ero. Oggi la disabilità è parte di me che mostro senza timori o vergogna. È questo l’invito che rivolgo a chi vive una situazione simile alla mia. Uscite di casa, mostratevi per quello che siete. Alzatevi dal divano e tornate a vivere una vita in grado di regalare emozioni e nuove sensazioni».
La “rinascita” di Moreno Pesce è strettamente collegata alla passione per l’attività sportiva: «Da bambino i miei genitori mi portavano a camminare lungo i sentieri di montagna. Dopo l’incidente ho pensato che tornare a camminare lungo i sentieri, anche se con una gamba in meno e le stampelle, sarebbe stato il mio grande obiettivo. Come sempre da cosa nasce cosa e allora, dopo aver percorso in lungo e in largo, anche grazie al supporto della mia compagna, tutti i sentieri del Cadore, ho iniziato ad alzare l’asticella fino a intraprendere l’attività sportiva. Trail e vertical, d’estate, ma anche in inverno con ramponi e stampelle al posto degli sci da alpinismo. All’inizio ero una mosca bianca, ma col passare del tempo si è creato un movimento che oggi è in costante crescita, tanto che anche la federazione ha iniziato a regolamentare le proprie gare aprendo le porte agli atleti disabili».
L’ascesa a Punta Rocca sulla Marmolada, più che una gara, è stata una sfida con te stesso: «Ci avevo già provato tre volte senza riuscirci. A quelle altitudini ci sono diversi fattori da prendere in considerazione. Domenica le condizioni meteo si sono presentate perfette. Siamo partiti alle 6 del mattino da Capanna Bill, io ed il mio amico Gianluigi Rosa, trentino di Lavis che condivide col sottoscritto la passione per il vertical oltre all’amputazione di un arto. Alle 10 eravamo a Punta Rocca, stanchi ma felici. Abbiamo effettuato una sosta ogni quindici minuti, controllando costantemente il battito cardiaco. Tutto è filato liscio con lo spettacolo paesaggistico finale che ha ripagato ampiamente gli sforzi. Non è stata la punta più alta raggiunta, avevo scalato anche il monte Bianco ma dico senza alcun dubbio che il panorama di Punta Rocca è il più bello che io abbia mai visto. La Marmolada è un luogo ricco di fascino che scatena una serie di emozioni difficili da descrivere».
Quali sono i prossimi appuntamenti sportivi di Moreno Pesce?
«Intanto, a proposito della Marmolada, tornerò in estate per fare la ferrata di Punta Penia. Non so bene quando, spero in luglio quando si incastreranno una serie di celebrazioni tra i cinquant’anni della funivia, i dieci anni del riconoscimento Dolomiti Unesco e la ricorrenza della nascita del progetto Dolomiti accessibili promosso da Oscar De Pellegrin».
Il prossimo grande obiettivo da raggiungere non è sportivo: «Sarà l’ascesa di Cima Grande alle Tre Cime insieme all’amico Lio De Nes». —
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