Morì sotto gli alberi della Culiada: si archivia

Morì sotto i tigli della Culiada: ora il caso è chiuso. Le previsioni del tempo dell’Arpav parlavano di pioggia. Non di vento, se non ad alta quota. Sandro Pompolani perse la vita il 29 ottobre dello scorso anno, lungo il viale alberato di Feltre, travolto dalle piante schiantate dalla tempesta Vaia: una violentissima tromba d’aria, che colpì la città. La Procura della Repubblica ha chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio colposo, sulla base di un pronunciamento della Cassazione, a proposito della prevedibilità dell’evento. In concreto, questa non c’è e allora l’indagato (o gli indagati) è stato prosciolto. Non luogo a procedere. Si parlava di un consulente del Comune di Feltre, ma il nome (o i nomi) non è mai stato precisato dalla magistratura.
La consulenza commissionata dalla Procura della Repubblica aveva evidenziato il fatto che diversi alberi manutenuti dal Comune di Feltre fossero caduti, mentre quelli di competenza di Anas fossero rimasti, in linea di massima, in piedi. L’amministrazione comunale si era affidata a un esperto, per curare le piante, ma questo non è stato sufficiente, di fronte alla violenza di un vento che nessuno aveva previsto a Feltre.
Secondo la ricostruzione fatta nell’immediatezza dell’accaduto, tra le 18 e le 18.30 di quel giorno, la Culiada sembrava sotto un bombardamento di acqua e vento. Pompolani, che era un ingegnere chimico e lavorava come dipendente del colorificio Paulin di Seren del Grappa dal lunedì al giovedì, si è trovato a transitare sulla 50 in direzione Feltre, come chissà quante altre volte. Poco prima del ristorante, uno dei tigli sradicati dal vento è finito sulla sua utilitaria e non gli ha dato scampo. Appena si sono accorti di quello che era successo, i residenti sono usciti in strada e qualcuno ha preso in mano la motosega, per cercare di tagliare il tronco del diametro di un metro, liberare la Polo dal peso dell’albero e provare a salvare l’automobilista, ma per Pompolani non c’era più niente da fare. L’uomo era già morto e, nell’abitacolo della macchina, è stato trovato il seggiolino vuoto della figlia Francesca, che era tranquilla nella casa del quartiere padovano di Voltabarozzo con la mamma Victoria Cervantes.
L’ambulanza del 118 e i vigili del fuoco hanno faticato per farsi largo tra le piante e giungere sul posto, ma sono arrivati lo stesso molto velocemente. Al medico del Santa Maria del Prato non è rimasto altro da fare che constatare la morte e avvertire il pubblico ministero di turno. A suo tempo, la magistratura aveva disposto soltanto l’ispezione cadaverica e, a distanza di alcuni mesi, non ha ritenuto che ci fossero responsabilità da parte di chi doveva occuparsi della manutenzione delle piante. Il vento non era stato previsto e non sono state prese precauzioni particolari. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi