Morì un giovane boscaiolo sentenza ribaltata in Appello
SAN PIETRO. Morì un giovane boscaiolo: assolto in primo grado, il caposquadra Stefano De Candido Romole è stato condannato in Corte d’Appello. I giudici veneziani hanno ribaltato la sentenza in abbreviato del gup di Belluno, Sgubbi: l’assoluzione con la formula dubitativa dall’omicidio colposo di Michael Casanova Fuga, è ora diventata sei mesi di reclusione e un risarcimento da stabilire in sede civile.
È passata la linea dell’avvocato Mario, che tutela la famiglia Casanova Fuga, anche se il difensore dell’imputato, Locatelli, potrebbe a sua volta impugnare la sentenza e arrivare fino alla Cassazione. Nel frattempo, c’era stata un’altra condanna, ma per falsa testimonianza: due anni a Marco De Bernardin, che aveva deposto nel processo. Mentre il datore di lavoro Matteo Roman Pradetto ha preso un anno e la condanna è definitiva.
L’incidente mortale sul lavoro è del 10 febbraio 2011. Un albero di 35 quintali, appena segato da De Candido Romole, cadde sopra ad altri due tronchi a terra mettendosi in movimento e rotolando fino a travolgere Casanova. Il caposquadra era il preposto alla sicurezza e, secondo l’accusa, aveva operato in maniera non consona. Dopo i primi due gradi, ci potrebbe essere il terzo. (g.s.)
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