Morosità da 50 mila euro, condominio al freddo
O pagano o stanno al freddo. Domani la Cristoforetti Servizi Energia taglierà la fornitura al condominio ex Eca di piazza Mazzini, se non avrà i 50 mila e passa euro di bollette arretrate. Niente più servizio di riscaldamento e acqua calda sanitaria per le otto famiglie residenti. L’Ater non tirerà fuori questi soldi, dopo che già l’anno scorso era intervenuta con 18 mila euro, che in un secondo momento aveva riscosso dagli inquilini morosi. Non ci sono più le stesse condizioni e l’unica salvezza rischia di essere un incontro messo in calendario per mercoledì con il Comune di Belluno, che risulta proprietario di almeno una parte dello stabile.
Potrebbe già essere troppo tardi. Nell’ingiunzione di pagamento dell’8 ottobre, si scrive del giorno 14 come termine ultimo, dopo di che «si procederà alla chiusura e alla sigillatura del punto di riconsegna e alla sospensione della fornitura del gas e del servizio di riscaldamento e che ogni intervento abusivo di riattivazione sarà tutelato in sede penale». Furto di energia. La situazione è difficile per chi ha una pensione molto bassa e non è in grado di sostenere la spesa.
Da parte sua l’Ater ha già dato e non ridarà: «Noi non pagheremo di sicuro», anticipa la presidente Ilenia Rento, «non abbiamo le evidenze necessarie. Cristoforetti sostiene di avanzare questi 53 mila 687 euro, ma non abbiamo i documenti che lo comprovino. Non c’è quella che si chiama pezza giustificativa e non possiamo proprio farlo. Peraltro sono i condomini a nominare l’amministratore in autogestione e a scegliere da chi farsi rifornire di energia per il riscaldamento. Noi non abbiamo alcun potere in questo senso».
Secondo i residenti, dal 2017 in poi le bollette sono state pagare e i soldi sono di fatture più vecchie. Il problema si era già posto l’anno scorso e una soluzione era stata trovata, dopo alcuni mesi senza riscaldamento: «Siamo intervenuti, pagando in anticipo i 18 mila euro richiesti, salvo poi farceli restituire dagli inquilini, che in quel frangente avevano rischiato addirittura lo sfratto. A distanza di un anno, il problema si è ripresentato, ma non è che possiamo sostituirci di nuovo a loro. Non sappiamo nulla di questo debito e non abbiamo alcun riscontro in proposito».
Cristoforetti si lamenta anche del fatto che non ci sia stata alcuna concreta proposta di pagamento, con un relativo piano di rientro. Solo continui rinvii, pertanto non potrà aspettare oltre, visto anche l’importo, che sta diventando molto importante.
Un’ultima possibilità ci sarebbe, ma è una strada molto difficile: «Mercoledì avremo un incontro con il sindaco Massaro e con l’amministratore Mammani», annuncia Rento, «difficile che il Comune si accolli una spesa del genere, ma bisognerà almeno parlarne, per vedere se sarà possibile trovare una soluzione condivisa. Noi non siamo responsabili di questa inerzia e non siamo nelle condizioni di saldare questo debito e può essere un grosso problema, perché l’inverno da queste parti può essere molto rigido, al di là dell’età e della salute ». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi