Morsa da una zecca infetta, 15enne con l’encefalite
LONGARONE. È arrivata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso giovedì pomeriggio, presentando mal di testa, febbre e spossatezza. Ma a far insospettire più di tutto i medici è stata la rigidità del collo, un sintomo subito ricollegato alla meningite. Nel giro di poche ore, la diagnosi: la quindicenne originaria di Treviso risultava affetta da meningoencefalite da Tbe, conseguenza della puntura di una zecca infetta presa nel Longaronese.
Immediatamente i sanitari del Ca’ Foncello hanno predisposto il ricovero per scongiurare il rischio di danni al sistema nervoso centrale. Ora la giovane paziente si trova sotto stretta osservazione nel reparto di Malattie Infettive. Le indagini cliniche e il racconto dei famigliari hanno permesso di ricostruire l’accaduto.
L’adolescente è entrata in contatto con la zecca pochi giorni fa, mentre trascorreva un periodo di vacanza nel Bellunese. Nello specifico il morso dell’animale è avvenuto durante un’escursione nella zona montana di Longarone. Lì per lì nessun effetto indesiderato, ma con il passare delle ore la situazione è precipitata. L’adolescente ha iniziato ad accusare forti dolori articolari e malessere generalizzato. Accompagnata all’ospedale di Treviso il responso è stato piuttosto rapido. «Stiamo seguendo con costanza l’evolversi del quadro neurologico della paziente che in questo momento risulta positivo. Tuttavia dobbiamo essere prudenti. Per questo tipo di virus, ovviamente, non esiste un antibiotico. Ecco che in questa fase le condizioni sono soddisfacenti, ma occorre seguire mano a mano il decorso». Usa tutte le cautele del caso il dottor Pier Giorgio Scotton, primario del reparto Malattie Infettive dell’Usl 9.
Per l’azienda sanitaria trevigiana, l’estate 2016 ha registrato un record di pazienti seguiti per malattie veicolate da zecche infette. Risale alla fine di agosto l’episodio di un docente del liceo Duca degli Abruzzi, che ha contratto una grave forma di meningoencefalite da zecca. Dopo essere stato punto dal parassita mentre si trovava a passeggiare nella zona di Fiera di Primiero, in provincia di Trento, l'uomo è stato ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva dell'ospedale di Treviso, dopo alcuni giorni. Solo dopo alcune settimane i medici hanno potuto sciogliere la prognosi. «Il paziente è stato dimesso da poco e sta proseguendo la convalescenza a casa» fa sapere Scotton.
Anche l’Usl 1 aveva diramato una nota in giugno segnalando che dall’inizio dell’anno erano state ben sette le persone ricoverate all’ospedale San Martino affette da Tbe. Erano state sette anche nel 2014 e nel 2015, ma in tutto l’anno.
Da qui l’invito dell’azienda sanitaria a prestare attenzione quando si frequentano boschi (indossare abiti lunghi, usare sostanze che tengono lontani gli insetti, evitare di camminare nell’erba alta) e a valutare l’idea del vaccino per la prossima stagione. Servono tre dosi, da somministrare nell’arco di un anno, per renderlo efficace. (v.c. e a.f.)
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