Mortale di Levego: si archivia

Il perito non ha ravvisato responsabilità nell’incidente che a settembre è costato la vita a Elia Fiabane

BELLUNO. Mortale di Levego: nessuna responsabilità per il decesso di Elia Fiabane. Dopo la consegna della perizia da parte del consulente veneziano, Pierluigi Zamuner, la procura della Repubblica ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione del fascicolo aperto per l’ipotesi di reato di omicidio stradale a carico della 27enne scozzese F.C.S. e del 50enne friulano S.O. La turista residente ad Aberdeen era alla guida della Fiat 500 a noleggio contro la cui fiancata è andato il 21enne bellunese in fase di sorpasso di un furgone, in sella alla sua Yamaha. L’automobilista di Udine era dietro, alla guida di una Fiat Punto ed è stato centrato in pieno.

L’ingegnere incaricato dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta ha ricostruito la dinamica dell’incidente del 7 settembre, alle 14.20, tra le vie Meassa e Miari e valutato velocità e posizioni dei veicoli coinvolti, escludendo la responsabilità degli automobilisti che stavano procedendo in direzione Ponte nelle Alpi, all’interno della propria corsia.

Fiabane aveva effettuato il sorpasso di un camioncino, in una zona della carreggiata con doppia linea continua, limite di velocità di 50 chilometri, all’altezza di un’intersezione e poco prima di un passaggio pedonale. Ha invaso l’altra corsia di marcia proprio mentre stavano arrivando i due britannici, che stavano andando all’aeroporto di Venezia, per tornare a casa dopo una vacanza, e li ha colpiti all’altezza della portiera. Nella carambola, l’urto con l’altra auto.

Dopo l’impatto, Fiabane è andato a finire sulle piante sopra il guard rail, mentre la moto nella cunetta dalla parte opposta, con la forcella anteriore spezzata e la gomma a una decina di metri. Sulla scena dell’incidente c’era anche un furgone, che la polizia stradale ha rintracciato solo in un secondo momento. A bordo c’erano degli operai, che si sarebbero anche fermati, ma visto che non erano rimasti coinvolti e ritenevano di non avere responsabilità si sono rimessi in marcia. Sono stati ascoltati come testimoni, ma non indagati per omissione di soccorso.

I soccorritori chiamati da un gruppetto di ragazzi che avevano assistito al sinistro, hanno tentato in tutte le maniere di rianimare Elia Fiabane, purtroppo senza riuscirci. A distanza di alcuni mesi, la consulenza e la richiesta di archiviazione da parte della procura.

Gigi Sosso

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