Morte del boscaiolo in Trentino «Controlliamo le ditte private»
Indagini in corso sul boscaiolo morto. Tre giorni dopo il decesso non ci sono novità, al di là del corpo trovato spostato dal luogo dell’impatto con un albero, non si sa da chi. Mentre la Procura della Repubblica di Trento sta cercando di chiarire la dinamica dell’incidente sul lavoro che lunedì è costato la vita al bellunese d’adozione Vitali Mardari nel bosco di Sagron Mis e la sua posizione nell’azienda boschiva, che stava operando nel territorio trentino, la Flai Cgil di Belluno e del Veneto chiede maggiore attenzione, nella gestione dell’emergenza successiva alla grave ondata di maltempo.
I sindacalisti Sebastiano Grosselle e Giosuè Mattei domandano alla Regione che «ci sia la partecipazione attiva nelle operazioni di Veneto Agricoltura, ente della Regione deputato alla gestione del patrimonio boschivo regionale, all’interno del quale sono presenti operai e impiegati la cui professionalità e competenza è elevatissima e non può non essere utilizzata in casi eccezionali. E che sia fatta un’azione di serrata sorveglianza e controllo capillare delle imprese private che opereranno in questo contesto in merito a legalità, regolarità, sicurezza e corretta applicazione contrattuale, anche con l’istituzione di una cabina di regia dedicata e che, inoltre, i bandi del Programma di sviluppo rurale e i fondi europei per la ricostruzione siano destinati alle aziende sane, regolari, che non sfruttano i lavoratori e che applicano i contratti e le normative previste».
C’è il sospetto che il 28enne moldavo residente tra Ponte nelle Alpi e Santa Giustina stesse lavorando in nero e non fosse stato adeguatamente formato sulle norme di sicurezza. E non si è ancora capito se quell’albero lo stesse tagliando lui o un altro addetto, se si sia spostato con le proprie ultime forze per cercare di chiedere aiuto oppure se qualcuno abbia inquinato volontariamente la scena: «La perdita di un giovane lavoratore, peraltro nelle condizioni di insicurezza e irregolarità che sembrano delinearsi dalle indagini, è gravissima e non può passare sotto traccia», sottolineano i due, «la nostra organizzazione sarà a disposizione dei familiari per la tutela del caso. Oltre a esprimere il dolore per la grave perdita è però anche necessario lanciare un grido di allarme rispetto a quanto, secondo le prime ricostruzioni dei fatti, sarebbe accaduto. Da quello che emerge, infatti, l’operaio stava lavorando, forse addirittura in nero, per una delle molte imprese boschive che si sono attivate per le lavorazioni di sgombero del bosco dai tronchi degli alberi schiantati a seguito delle devastazioni subite dalla zona per il maltempo di fine ottobre». —
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