Morto al Pronto soccorso la procura vuole l’autopsia
BELLUNO. Partito l’esposto, disposta l’autopsia. La magistratura ha aperto un’inchiesta sulla morte di Ferdinando Casanova, il 75enne di Limana morto sabato sera, nel Pronto soccorso dell’ospedale San Martino. Sarà l’esame autoptico a chiarire le cause del decesso, nel frattempo la famiglia si è affidata all’avvocato Martino Fogliato e ha avviato le prime azioni necessarie a capire perché «una persona sana, che da giorni chiedeva e segnalava ai sanitari la medesima patologia al petto possa essere deceduta, senza che nessuno potesse tempestivamente soccorrerla ed evitare la sua morte».
Nella sua cartella clinica, risulta che non ci sia niente di rilevante. Accanto all’attività professionale all’autofficina di Limana, da grande appassionato di sport si concedeva anche qualche partita a calcio con i veterani del Belluno e non sarebbe mai sceso in campo, senza la visita medica sportiva obbligatoria. Ma da una settimana aveva dolori al petto e stava facendo una serie di accessi programmati al Pronto soccorso. Secondo la ricostruzione del legale, nella notte tra lunedì 5 e martedì 6 sarebbe stato colpito da un attacco cardiaco e sarebbe andato in coma. La morte è sopraggiunta alle 21.30 di sabato, dopo cinque giorni di agonia e la moglie Amabile e i figli Sandro ed Erick si sarebbero sentiti dire che si è trattato di arresto cardio circolatorio.
Non si accontentano della spiegazione e si rivolgono al legale bellunese, affinché inoltri un esposto alla procura della Repubblica, che nel frattempo è stata informata del decesso: «Non sappiamo darci spiegazioni e abbiamo il dubbio che qualcosa non abbia funzionato. Se qualcosa di non corretto si è verificato nelle cure o nei soccorsi, vogliamo almeno che non succeda più. Nessuno potrà restituirci Ferdinando, ma non ci fermeremo lo stesso. Vogliamo la verità».
Non ci può essere ancora il nulla osta ai funerali, in ogni caso la famiglia ha già deciso che si terranno in forma strettamente privata. Gli amici e tutti quelli che lo conoscevano e apprezzavano potranno salutarlo in un secondo momento.
Ci sono le condoglianze anche del direttore generale dell’Usl 1, Adriano Rasi Caldogno: «Le mie e quelle dell’azienda che rappresento. La famiglia Casanova è stata colpita da un grande e inatteso lutto e le siamo vicini. Quello che posso fare è chiedere informazioni alla direzione medica, affinché mi spieghi tutto quello che è successo e come è successo. Ho appreso dai giornali di questa morte al pronto soccorso e devo sapere, a questo proposito mi confronterò anche con il direttore sanitario Giovanni Pittoni. Per il resto, mi fermo qui e non commento, perché è giusto che la magistratura faccia tutto quello che deve fare».
L’uomo della strada non dimentica che, alla fine di agosto, era morto il 44enne di Bolzano Bellunese, Paolo Da Rold, che era stato dimesso dal Pronto soccorso ed è stato trovato morto nel suo letto il giorno dopo. Anche in questo caso, la famiglia ha presentato un esposto e la magistratura ha disposto l’autopsia: «Non è proprio il caso di mettersi a fare delle illazioni», riprende Rasi Caldogno, «non entro nel merito né dell’una né dell’altra vicenda, perché naturalmente questo è il compito della procura».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi