Morto il sacrestano De Bettin, 26 anni di lavoro in Cattedrale

BELLUNO. Il sacrestano. Se in Cattedrale non vedevi nemmeno un petalo fuori posto, vuol dire che c’era passato Pierluigi De Bettin. Ventisei anni di custodia della chiesa più cara ai bellunesi, tra il profumo dell’incenso e la luce dei lumini. De Bettin è morto a 64 anni per un male incurabile. Era conosciuto ed è stato apprezzato non solo per il suo lavoro, ma anche per la sua grande umanità da cinque vescovi: Maffeo Ducoli, Pietro Brollo, Vincenzo Savio, Giuseppe Andrich e quello attuale Renato Marangoni, che ha ricevuto la notizia della sua scomparsa, mentre era in viaggio verso Cracovia per la Giornata mondiale della Gioventù e si è immediatamente messo in contatto con la signora Lucia per porgerle le sue condoglianze.

De Bettin era originario di Costalta e, proprio in Comelico aveva cominciato a fare quello che sarebbe stato il mestiere di una vita, insieme al nonno. Nel 1990, il trasferimento a Belluno e la custodia della Basilica Cattedrale fino agli ultimi giorni di vita, anche quando è stato aggredito dalla malattia e ha dovuto per forza farsi aiutare dalla moglie: «Aveva un sorriso e una buona parola per tutti», sottolinea Lucia con grande emozione, «in tutti questi anni non so quante benedizioni possa aver ricevuto dai vescovi o dai parroci che sono passati per il Duomo e hanno avuto modo di conoscerlo e volergli bene».

Stasera, alle 19, dopo la messa ci sarà la recita del rosario, mentre i funerali saranno celebrati domani, alle 14.30, naturalmente in Cattedrale. Fedeli e amici potranno salutarlo fin da mezzogiorno. Il corpo di De Bettin riposerà nel cimitero di Vigo di Cadore per sua espressa volontà e anche perché è il paese d’origine della moglie. La famiglia ha già fatto sapere che le offerte a Casa Tua 2 saranno molto più gradite dei fiori. Sarà Lucia De Bettin a fare il lavoro del marito per i prossimi giorni e a garantire la pulizia della chiesa, in attesa che la Curia trovi un sostituto.

Gigi Sosso