Morto sotto l’albero, c’è un indagato

FORNO DI ZOLDO. Muore travolto dall’albero. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e l’indagato è il titolare e unico rappresentante dell’azienda di lavori boschivi, che giovedì mattina stava operando nel bosco tra Astragal e Calchera, vicino al ponte sul Gaf. L’altro boscaiolo è un ex dipendente comunale. Renato Fontanella è morto sul colpo, travolto dal grosso abete lungo una ventina di metri, che gli ha provocato gravissime, anzi irrimediabili lesioni alla testa. Il sostituto procuratore Marcon ha disposto soltanto l’ispezione cadaverica sul 70enne gelatiere in pensione, dopo di che il corpo sarà consegnato alla famiglia per la celebrazione dei funerali.
È confermato il fatto che l’intervento di disboscamento era stato autorizzato da un’apposita ordinanza emessa dal Comune di Forno di Zoldo. Quanto alla strada chiusa e al cartello di divieto di transito, l’interdizione era soltanto al traffico veicolare. Il pericolo era per tutti, ma in teoria la vittima poteva stare su quel ponte, alla fine di una passeggiata cominciata a Dozza e consigliata dalla curiosità: voleva rendersi conto di questi lavori.
Fontanella lascia un grosso vuoto in valle. Tante le testimonianze. La commozione e il dispiacere per la scomparsa di Renato è palpabile al bar Sport Oh Reny di Dozza.
«Una disgrazia», dicono gli avventori all’unisono, «che non ci voleva, una tragedia inattesa. Renato era ben voluto da tutti. Si faceva vedere ogni giorno, era una persona ben conosciuta, molto allegro e con la battuta sempre pronta. Si sente già la mancanza. Incredibile come tutto accada all’improvviso».
Renato Fontanella era nato ad Astragal dove aveva abitato con moglie e figli fino al 1982. Subito dopo, si era trasferito a Dozza a poco più di due chilometri da Astragal. Quindi, oltre che a Dozza era ben conosciuto anche ad Astragal. «L’atmosfera che si respira in questi giorni ad Astragal», mette in evidenza Milly Fontanella, «è di profondo rammarico e di commozione per quanto successo a Renato. Lo conoscevo fin da quando venivo in vacanza da Gradisca d’Isonzo. Poi, una volta stabilitami ad Astragal, l’ho conosciuto molto bene. Una persona molto socievole. Ricordo che più di una volta sostava con un amico appoggiato al muretto di fronte a casa mia e mi capitava di partecipare alle discussioni. Una perdita notevole e il caso ha voluto la sua parte».
Sulla stessa lunghezza d’onda Giusy Palamara: «Io e mio marito Fortunato Panciera conserviamo un bel ricordo di Renato. Siamo rimasti molto addolorati di fronte a questa tragedia: era una persona solare, sdrammatizzava sempre tutto. Era un tipo speciale, con le battute sempre pronte».
Fontanella lascia la moglie Milena e i figli Attilio, Stefano e Martino. Da tre anni era andato in pensione e si era stabilito a Zoldo. «Però», racconta commosso il figlio Attilio, «insieme alla mamma erano sempre pronti a darci una mano, se ne avevamo bisogno. Ho una gelateria in Germania, Martino ha preso la gelateria di papà e Stefano ha una gelateria a Maiorca. Loro sempre disponibili, in caso di necessità. Ora in un baleno è successo il disastro». «Quella mattina disgraziata», mette in rilievo Attilio, «papà era venuto a parlare con noi, occupati a far legna da un albero precedentemente abbattuto. È rimasto con noi un po’, sempre con le sue battute, e subito dopo ci salutati ed è andato via per vedere a che punto erano nel bosco con il taglio. Il caso “crudele” ha voluto che l’albero caduto sul ponte lo travolgesse. Subito siamo corsi con la mamma a vedere cos’era successo. Siamo rimasti impietriti. Ci siamo subito resi conto che non c’era nulla da fare. Papà era ridotto in condizioni pietose da non poter descrivere. Il destino ha voluto così. Ci resta un suo meraviglioso ricordo e questo è quello che ci dà coraggio. La mamma ha reagito bene».
Mario Agostini
Gigi Sosso
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