Moschea ad Arten, nuovo stop all’iter

Il Consiglio di Stato accoglie la richiesta del Comune e “congela” la sentenza del Tar che aveva dato il via libera ai privati

FONZASO. Si ferma nuovamente l'iter per la moschea ad Arten. Il Consiglio di Stato ha sospeso in via cautelare l'esecutività della sentenza del Tar, che a fine maggio aveva riaperto la partita del centro islamico accogliendo il ricorso presentato dalla Samaria costruzioni (proprietaria dell'edificio) contro il diniego del Comune.

L'Ufficio tecnico sotto la precedente giunta Furlin aveva rigettato infatti il progetto del centro di aggregazione islamico che l'associazione “Un passo verso la speranza” vorrebbe insediare nello stabile in vendita nella piana di Arten a ridosso degli impianti sportivi, motivando il no sul fatto che l'immobile si trova in zona D2, cioè a destinazione commerciale e artigianale di servizi, mentre gli edifici di culto vanno in zona F. Da qui il ricorso, accolto dal Tar in base al presupposto che non è possibile condividere le argomentazioni “laddove si sostiene come il Comune abbia inteso valutare la costruzione nel suo complesso, in quanto diretta a realizzare un centro islamico e una moschea”.

In buona sostanza, ha fatto intendere che non è possibile affermare la sussistenza di una volontà di realizzare un polo di culto islamico, con una sorta di processo preventivo alle intenzioni. In proposito, il tribunale ha sottolineato che il caso resta correlato al permanere dei poteri di vigilanza e controllo sul territorio propri dell'amministrazione. Come a dire che toccherà poi al Comune verificare che l'uso della struttura non venga a connotarsi in termini di fabbricato di interesse religioso.

Ma la nuova amministrazione Pellizzari ha presentato appello. L'udienza a Roma si è tenuta il 28 ottobre e ha avuto esito favorevole per il Comune, in attesa della sentenza nel merito. «Il Consiglio di Stato accoglie l'istanza cautelare», recita il dispositivo, «e per l'effetto sospende l'esecutività della sentenza impugnata». All'appellante spetta il pagamento delle spese della fase cautelare, liquidate in 2.500 euro».

L'udienza finale per la trattazione dell'appello non è stata fissata. Intanto però, «la sentenza del Tar che concedeva ai ricorrenti la possibilità di superare il diniego del Comune, viene sospesa», dice il sindaco Ennio Pellizzari. «Se non ci fosse stata questa sentenza cautelare, ci sarebbe stato il decorso dei tempi per avere l'esecutività della sentenza del Tar stesso, perché il Comune nel frattempo non ha rilasciato nessun permesso di costruire. Questo ci dà spazio per attendere che le procedure facciano il loro corso senza dover interrompere una posizione che il Comune aveva preso circa l'esecuzione dei lavori».

Raffaele Scottini

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