Movimento per la vita in corsia, giovedì presidio Cgil
BELLUNO. No all'emendamento Padrin. Si alza forte e chiara la contrarietà da parte del consiglio direttivo della Cgil all'emendamento del consigliere regionale Leonardo Padrin al regolamento attuativo della Legge veneta 27 del 27 luglio 2012 per “la disciplina delle iniziative di promozione dei diritti etici e della vita, nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie del Veneto”. Ancora, quindi, il diritto all’aborto sotto i riflettori.
Il testo, che verrà discusso giovedì prossimo dalla V Commissione, prevede infatti la presenza fisica dei volontari del “Movimento per la vita” nei consultori familiari e nelle strutture sanitarie; una scelta questa, che insieme ai movimenti delle donne e ad un complesso confronto politico «eravamo riusciti a fermare e che, con scarso senso di responsabilità oggi qualcuno punta a reintrodurre, in piena violazione della libertà di scelta delle persone e prima di tutto delle donne, in spregio al diritto alla privacy e al concetto di laicità che deve sempre caratterizzare i soggetti preposti all’erogazione di un pubblico servizio, a maggior ragione quando ci si trova di fronte alla decisione, sempre drammatica, di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza», dicono dalla Cgil. «Pensare di avere i volontari per la vita in strutture pubbliche come i consultori e gli ospedali è una follia», dice Denise Casanova della Filctem Cgil che prosegue: «Non dimentichiamo che gli operatori nei servizi pubblici in scienza e coscienza, assolvono il loro ruolo nel rispetto del cittadino e della legislazione vigente che devono applicare e rispettare. Sappiano che prima della legge 194 gli aborti in Italia erano tra i 350 mila e i 450 mila, mentre nel 2012 sono stati 106.968 e ora siamo al 7.8% di aborti. Siamo già penalizzati oggi per il fatto che il 68% dei medici è obiettore di coscienza. Oggi è già difficile abortire e non si può pensare di metterci anche gli obiettori che girano per l'ospedale. Sarebbe una lesione dei diritti oltre al fatto che vengono in una struttura pubblica e come tale deve essere laica», conclude Casanova.
Per questo motivo la Cgil ha indetto per giovedì dalle 15.30 in concomitanza con l'avvio della discussione dell'emendamento, un presidio di fronte a palazzo Ferro Fini.
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