Multe sugli assegni, nuovi casi bellunesi
BELLUNO. Continuano ad arrivare nelle case degli italiani e anche dei bellunesi le maxi multe (seimila euro) per l’errore nella compilazione degli assegni bancari. Là dove manca la dicitura “non trasferibile”, il cittadino si trova a ricevere la salatissima multa da parte del nucleo antiriciclaggio del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Ma quale riciclaggio, si sono chiesti i numerosi italiani che hanno ricevuto la sanzione. Una dimenticanza che costa carissima e che non fa distinzioni tra normali cittadini e veri delinquenti.
Ne abbiamo parlato sul Corriere delle Alpi qualche settimana fa dopo la segnalazione della Federconsumatori: sui tavoli del sindacato sono nel frattempo arrivare altre notizie di maxi sanzioni ai bellunesi.
Ma ci sono anche altre segnalazioni. L’ultima arriva da Lamon. «In piena buona fede - ci ha raccontato una signora - ho emesso un assegno per pagare l’idraulico che ha sostituito la mia vasca da bagno. Ho 82 anni e con la pensione minima che ricevo è già difficile affrontare certe spese, figuriamoci pagare una sanzione di seimila euro perchè ho utilizzato un vecchio blocchetto per assegni senza la dicitura “non trasferibile”».
Tutto parte dalla applicazione di un decreto legislativo, il 90 del 2017, che finora ha colpito già migliaia di persone in Italia, correntisti bancari e postali. «Ora la sciagura è toccata anche a me» spiega la signora lamonese.
Lo scopo della legge è prevenire l’utilizzo di proventi di attività criminose e il finanziamento del terrorismo. Ottimi scopi, ma la applicazione pratica ha finito per colpire ignari cittadini, che vivono nel rispetto della legge. «Io ho commesso solo una dimenticanza, usando un vecchio libretto degli assegni per il quale la mia banca non mi ha mai informata sui limiti e sulle modifiche del suo utilizzo».
Per raccogliere storie come queste è nata anche una pagina Facebook «Maxi sanzione per assegno privo del Non trasferibile», che ha lo scopo di condividere queste situazioni.
Nel frattempo si stanno muovendo anche le istituzioni, la Commissione finanze della Camera ha approvato una revisione delle maxi sanzioni, ancora nel mese di febbraio, che introduce il criterio della proporzionalità. Resta il nodo dell’ok definitivo che dovrebbe essere dato dal governo. In attesa ci sono migliaia di cittadini che si trovano in questa, spesso, drammatica situazione.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi