Muore Dalla Bernardina, una vita per lo sport

L’avvocato bellunese è stato per un quarantennio presidente del Coni provinciale Il successore Trevisson: « Grande sportivo che ha visto Olimpiadi e Universiadi»
Di Gigi Sosso

BELLUNO. L’importante non è partecipare. Ma vivere intensamente. E Livio Dalla Bernardina l’ha fatto per 92 anni. Con la toga di avvocato, come dirigente sportivo e per una quarantina d’anni come presidente provinciale del Coni, il comitato olimpico nazionale. Il legale più sportivo si è spento ieri, assistito dai figli Sergio e Marta e da Mirella Perenzin. I funerali si svolgeranno già domani, alle 14.30, in Cattedrale. Era nato il giorno di San Valentino del 1921. Gli piaceva tanto giocare a calcio, ai tempi del liceo e si racconta che il Treviso avesse notato il suo talento, ai tempi della serie B. Ma la famiglia lo voleva avvocato e allora vai con l’iscrizione alla facoltà di Giurisprudenza.

Lo sport diventa solo un contorno e, in prima battuta, è addirittura il pugilato, anche se non arriverà mai a fare il primo combattimento. Meglio gli ostacoli veloci, una disciplina nella quale vince i Ludis Iuveniles, i nonni dei Giochi della Gioventù, prima di dedicarsi anche al sociale con la fondazione del Panathlon e dei Lions. Si occupa anche di tamburello e non sono poi moltissimi i praticanti in quel periodo, ma non solo e nei primi anni Cinquanta diventa presidente del Coni. Durante il suo lungo mandato, succede di tutto: le Olimpiadi di Cortina 1956, le Universiadi di Belluno 1985 e addirittura quattro edizioni nazionali dei Giochi della Gioventù: due volte in Nevegal e una ad Auronzo e in Valzoldana. Giovani, universitari e atleti affermati.

Molti anche i premi ricevuti.Quello di cui andava più fiero era probabilmente una medaglia d’argento della categoria Master, agli Europei di atletica leggera, a Budapest. In seguito, una lunga serie di riconiscomenti, sia a livello provinciale che regionale. Solo per dirne uno, quattro anni fa, quello del Coni veneto, nella festa della Spes Arena, alla quale avevano partecipato anche gli olimpionici Rossano Galtarossa, Silvio Fauner e Maurilio De Zolt. In altre occasioni, era lui a premiare lo sportivo importante di turno. Oppure lo scrittore Mauro Corona, come quella sera del cinquantesimo anniversario del Panathlon.

Il suo successore al Coni è stato Luciano Trevisson, che è tutt’ora in carica: «Ho ereditato il suo regno nel 2000, dopo qualcosa come quarant’anni di carriera. Era un dirigente molto dinamico e un grande sportivo. Devo dire che non è stato per niente facile succedergli in una carica provinciale, ma comunque importante. Credo che ai funerali saranno presenti le massime autorità sportive regionali. Dalla Bernardina aveva una certa età, ma devo dire che la sua scomparsa mi ha colto un po’ di sorpresa. Aveva davvero una grande tempra».

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