Muore di cancro, il ginecologo risarcisce

Centocinquantamila euro ai parenti della vittima, ritirata la querela per lesioni
Di Sabrina Tomè
Manifestazione trasporto pubblico in provincia - Giuseppe Sacchet
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VITTORIO VENETO

Era accusato di aver diagnosticato in ritardo il cancro all’utero di Donatella Della Mora, l’ex titolare del negozio di dischi del Quadrilatero in centro a Vittorio veneto, morta a 56 anni dopo aver sofferto di dolori fortissimi e dopo essere stata curata per quelli che sembravano i disturbi della menopausa.

Ieri mattina il ginecologo Rino Lombardo, 66 anni, primario a Lodi all’epoca dei fatti e con ambulatorio a Pieve di Cadore, ha risarcito la famiglia della donna.

Il medico, tramite la propria compagnia di assicurazione, ha versato 150 mila euro ai parenti che, assistiti dagli avvocati Stefano Arrigo e Giacomo Caldart, hanno ritirato la querela per lesioni.

Il processo che si teneva ieri mattina nell’aula del tribunale staccato di Pieve di Cadore si è chiuso pertanto con una transazione.

Donatella Della Mora morì l’11 novembre del 2006, sopraffatta da un cancro che prima le devastò l’utero e successivamente si estese al colon. Stando alla denuncia dei familiari, che ha messo in moto l’inchiesta della magistratura bellunese, il dottor Lombardo aveva sottovalutato i sintomi e i disturbi riferiti in più occasioni dalla stessa, non tenendo conto dell'anamnesi familiare che dimostrava una certa predisposizione alle malattie tumorali.

Il medico non avrebbe inoltre prescritto tempestivamente gli specifici esami diagnostici e strumentali (ecografia transvaginale per valutare lo spessore dell'endometrio, un'isteroscopia con biopsia, pap test e colposcopia, esami istologici), che avrebbero consentito di rilevare il tumore all'utero a uno stadio più o meno avanzato.

Ci sarebbe stato pertanto un ritardo diagnostico che, secondo la Procura, avrebbe reso più dolorosa la morte della donna.

Inizialmente era stato ipotizzato a carico del medico il reato di omicidio colposo:le risultanze delle perizie hanno dimostrato successivamente che la malattia era molto aggressiva e che la morte sarebbe stata inevitabile anche in caso di diagnosi tempestiva della malattia.

Nei confronti del ginecologo era rimasta in piedi però l’accusa di lesioni: «Il ritardo diagnostico ha causato un forte peggioramento della qualità della vita della signora», hanno spiegato i legali dei familiari.

Donatella Della Mora soffrì infatti di dolori fortissimi che resero difficilissimi gli ultimi mesi della sua esistenza.

Ieri mattina c’è stata dunque la conclusione della vicenda giudiziaria con la decisione delle parti di arrivare a una transazione: la famiglia della negoziante di Vittorio Veneto ha ritirato la querela, mentre il medico, attraverso la sua compagnia assicuratrice, ha risarcito i danni per le lesioni.

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