Muore in casa: la famiglia in Procura

Il fratello di Gianni De Girardi si è rivolto a un legale dopo due accessi al pronto soccorso ai quali ha fatto seguito il decesso

FELTRE. Muore da solo in casa. È il fratello a trovarlo senza vita, a distanza di un paio di giorni. È l’unico parente rimasto, che ha chiesto e ottenuto di poter essere presente all’autopsia attraverso un medico di fiducia.

In un primo momento, la direzione medica dell’ospedale Santa Maria del Prato non aveva dato il proprio consenso ed è stato l’intervento della procura della Repubblica a sbloccare la situazione. L’esame autoptico sarà fatto lunedì e, accanto all’anatomopatologo incaricato dall’Usl 1, ci sarà lo specialista scelto dalla famiglia: «Non basta la verità: ci vuole anche la trasparenza».

Gianni De Girardi aveva 57 anni e viveva a Quero Vas, dove contava soprattutto sull’aiuto dei Servizi sociali. Soffriva di diabete e ai primi di dicembre si era sentito male. Secondo la ricostruzione dell’avvocato incaricato dal fratello Gino, l’uomo si è rivolto al pronto soccorso una prima volta il 3 dicembre, perché soffriva di un malessere e soprattutto tossiva. Fatti gli esami necessari e rassicurato, era stato mandato a casa. Il secondo accesso il giorno dopo, quando aveva la saliva rosata, il sintomo della presenza di sangue. Ma anche in questo caso non si è provveduto a ricoverarlo. De Girardi viene ritrovato morto nella sua abitazione giovedì 8 dicembre, ma il medico legale fa risalire il decesso a due giorni prima.

Da allora, la salma è custodita in una cella frigorifera dell’obitorio, dove rimarrà almeno fino a dopodomani. Gino De Girardi ha chiesto di poter essere presente all’autopsia e, in prima battuta, gli era stato negato. Questo diniego l’ha spinto a rivolgersi all’avvocato Serrangeli, il quale ieri mattina si è rivolto alla procura della Repubblica, per cercare di far valere questo suo diritto. Pochi minuti per avere un parere positivo dal magistrato di turno: «Siamo sicuri che i medici dell’ospedale di Feltre abbiano fatto gli esami e le analisi necessarie, pertanto abbiano deciso per il meglio» premette Paolo Serrangeli, «ma vogliamo non solo capire i motivi del decesso di Gianni De Girardi, ma anche che ci sia la necessaria trasparenza da parte della struttura sanitaria. Se non c’è nulla da nascondere, come pensiamo, era incomprensibile il rifiuto a poter presenziare all’ultimo esame».

Il lasciapassare è arrivato dalla magistratura: «Noi siamo orientati a nominare il dottor Alberto Cirnelli, come nostro consulente di parte. Sarà lui ad affiancare l’anatomopatologo dell’ospedale», conclude Serrangeli, «una volta conosciute le cause della morte di De Girardi, vedremo come muoverci. Potrebbe anche non servire alcuna altra iniziativa».

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