Muore in ospedale, la famiglia presenta l’esposto in procura

Ferdinando Casanova è deceduto sabato al Pronto soccorso. Erano giorni che ci andava. I familiari: «Vogliamo la verità»

LIMANA. Nando è morto in ospedale. Sabato sera se n’è andato, in Pronto soccorso, alla fine di una lunga agonia, per un arresto cardio circolatorio. Da diversi giorni andava nella struttura sanitaria di viale Europa, perché lamentava continui disturbi al petto. La famiglia di Ferdinando Casanova ha incaricato un legale e presentato un esposto alla procura della Repubblica, perché non capisce come «una persona sana, che da giorni chiedeva e segnalava ai sanitari la medesima patologia al petto possa essere deceduta, senza che nessuno abbia potuto tempestivamente soccorrerla o prevenire un evento così tragico».

Casanova era molto conosciuto in tutta la provincia come grande sportivo, prima come calciatore e poi da allenatore di parecchie squadre. Professionalmente faceva il meccanico e aveva fondato l’Autofficina Casanova Automobili, a Limana, insieme ai figli Erich e Sandro e alla moglie Amabile. Persona di grande e allo stesso tempo discreta umanità, pur non essendo più giovanissimo continuava a coltivare la sua passione sportiva con l’Acv Belluno, l’associazione calcio veterani. Allenava e giocava e, per fare entrambe le cose c’era bisogno della visita medico sportiva: «Siamo sconvolti», sottolineano i familiari, «ma al tempo stesso siamo fiduciosi nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura ai quali è stato segnalato il caso. Tramite il nostro legale, cercheremo di collaborare e di seguire l’evolversi della vicenda perché abbiamo il dubbio che qualcosa non abbia funzionato. Lo facciamo per il nostro Ferdinando, ma anche perché, se qualcosa di non corretto è avvenuto nelle cure e nei soccorsi, non abbia più ad accadere. Non ci fermeremo: vogliamo la verità».

L’altra sera, all’alllenamento Ferdinando Casanova è stato ricordato dai suoi compagni di squadra. C’erano anche i figli, che non hanno chiuso per lutto l’autofficina, perché così avrebbe voluto il loro papà: «Noi siamo profondamente addolorati per questa perdita», aggiunge il presidente dell’Acv Belluno, Ubaldo Lanari, «ci è come caduto addosso un macigno, perché Nando era un ragazzo buono e cordiale. Un grande compagno di squadra, che ci mancherà».

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