Muore scialpinista del Cnsas travolto da una valanga

FORNI AVOLTRI
È morto travolto da una valanga, lungo l’ascesa sul monte Coglians: Carlo Ceconi, 47 anni, scialpinista e membro del Soccorso alpino friulano (la stazione di Forni Avoltri dove era anche unità cinofila), è stato ritrovato intorno all’una della notte tra martedì e mercoledì dalle squadre di soccorso. Queste lo cercavano da quando non era più rientrato alla base, nel pomeriggio.
“Lotta”, questo il soprannome di Ceconi perché non mollava mai, aveva ancora uno sci attaccato allo zaino, con la pelle di foca sulla soletta: stava salendo ancora il torrione finale del Coglians, quando è stato sommerso dalla massa di neve che si è staccata dalla vetta ed è scesa per 600-700 metri, ampliandosi su un fronte di 150. È il tratto più pendente della via scialpinistica, che costringe i praticanti esperti a salire senza sci.
A individuare Ceconi, 47enne di Forni Avoltri, è stata l’unità cinofila del Cnsas friulano: dello scialpinista disperso sono stati individuati prima lo zaino, poi il berretto, quindi il cane Jack, un australian kelpie che ha consentito di stringere la zona e ha indirizzato i soccorritori nel punto giusto.
La valanga, gigantesca, si è staccata dalla vetta, poi giù per circa settecento metri lungo il vallone sottostante per un lungo tratto, fino a lambire il sentiero che conduce in traversata dallo Spinotti (Passo Volaia) al Rifugio Marinelli. Ceconi è stato individuato a 2.400 metri di quota, sotto un metro di neve.
Una valanga “imponente” secondo le squadre dei soccorritori che hanno partecipato alle ricerche nella notte e che hanno operato in condizioni avverse e anche di alto rischio: una ventina di uomini che si sono trovati anche alle prese con una bufera di neve. C’erano anche le squadre del Soccorso alpino di Sappada, poi la guardia di finanza, mentre dal distaccamento provinciale dei vigili del fuoco di Belluno è partita (intorno alle 22.45 di martedì notte) un’unità con il gatto delle nevi (quello di Udine non era utilizzabile).
L’allarme, intorno alle 18, quando dell’uomo alla base non si era avuta più traccia e anche la madre aveva segnalato il mancato rientro.
I soccorritori sono risaliti fin dove è stato possibile lungo l’itinerario con gli sci, dato che, a causa del vento e con il passare delle ore, le condizioni del manto nevoso erano diventate più pericolose. Intorno alle 22 c’erano tre tecnici del Cnsas che hanno raggiunto i 2.400-2.500 metri e si sono trovati davanti a un fronte di slavina sceso lungo il vallone terminale che porta alla vetta del Coglians. Raggiunti da altri due tecnici, hanno bonificato la valanga; intanto a quota 2.000 metri veniva allestito un campo base per i ponti radio.
Quindi l’avvistamento di zaino, berretto e Jack, il pastore australiano che ha “annusato” il tragico luogo del ritrovamento dove “Lotta” giaceva sepolto sotto un metro di neve.
A prelevare il corpo sono in questi minuti i tecnici di Forni Avoltri del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza di Tolmezzo, condotti sul posto dall’elicottero della Protezione Civile.
Ceconi era partito nel primo pomeriggio di martedì per la sua escursione. Lungo il percorso ha incrociato due guide alpine che scendevano dopo il loro consueto rilievo sul manto nevoso. A loro aveva detto che non sarebbe arrivato in cima, che sarebbe sceso prima. —
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