Museo al Fulcis, si cercano risorse per spostare le opere
BELLUNO. «Non è stato facile trovare i soldi per prendere un conservatore che mancava, ma la nostra scelta politica ci ha premiato. E non sarà facile nemmeno trovare le risorse per eseguire il trasloco dall’attuale museo civico a quello di palazzo Fulcis. Ma ci penseremo nel 2016».
È la previsione dell’assessore alla cultura, Claudia Alpago Novello nell’annunciare che entro l’estate il palazzo che diventerà “il” museo del capoluogo sarà ultimato: «Faremo anche una prima inaugurazione di fine lavori». Ma per l’apertura vera e propria si dovrà attendere l’anno prossimo. L’assessore spiega: «Ci vogliono un sacco di soldi per allestire lo spazio museale: grazie al nostro conservatore Denis Ton è stato redatto un piano in sinergia anche con la Sovrintendenza e alcuni architetti».
Con questo progetto in mano, il Comune ora dovrà passare alla gara per gli arredi: «Si dovranno individuare delle ditte specializzate. E così tra allestimento e trasloco prevediamo di poter inaugurare il museo di palazzo Fulcis assolutamente nel 2016».
Alpago Novello si dice leggermente preoccupata per il reperimento delle risorse per il trasferimento delle opere da una struttura all’altra. «Quest’operazione implica un’attenzione e un lavoro di grande precisione perché, ad esempio, i grandi quadri vanno srotolati, arrotolati e poi rimessi nella nuova sede e per fare questo è necessario personale specializzato. Noi, ad oggi, abbiamo qualche restauratore che ha lavorato nel museo e che conosce le nostre opere, ma tutto il trasloco comporterà una spesa di parecchie decine di migliaia di euro. I soldi scarseggiano, specie dopo tutti i tagli che abbiamo subito», prosegue l’assessore, «ma faremo in modo che questo trasferimento diventi una priorità e quindi i soldi si troveranno», dice l’amministratrice che non nasconde che se «per restaurare un palazzo è più facile reperire le risorse, per un trasloco di opere non sarà così semplice. Ma come amministrazione ci impegneremo e metteremo a bilancio la somma necessaria».
Forse potrebbe essere la Fondazione Cariverona a dare un ulteriore contributo per vedere completato il restauro del palazzo e la nascita del museo del capoluogo. Ma il condizionale è d’obbligo. «La Fondazione ci ha aiutato già tantissimo», conclude l’assessore, «per sistemare il palazzo e anche per gli arredi. Sicuramente le chiederemo un supporto anche per il trasloco, ma di certo l’ente bancario non può garantire oggi le proprie disponibilità economiche per il 2016. Serve un modello gestionale per il trasloco che dovremo cercare all’esterno».
Intanto è stata creata anche una app (costata nulla al Comune, come dice l’assessore) che si chiama “easy travel” che permette di guardare all’interno del museo. (p.d.a.)
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