Museo diocesano a quota mille visitatori
FELTRE. Partenza lanciata del museo diocesano, che nei primi tre fine settimana dalla riapertura dopo l’intervento di restauro sfiora le mille presenze. Erano state circa 300-400 per l’inaugurazione, venerdì 11, altre 200 il giorno seguente per proseguire con una media di 200 nei week-end successivi. E lunedì prossimo ci sarà una visita gratuita per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, alle 15. 30.
C’è grande soddisfazione da parte del direttore della struttura don Giacomo Mazzorana, che unisce all’impegno sacerdotale la competenza di eccellente storico dell’arte e rilancia: «Il nostro desiderio è di collaborare sempre di più con i musei di Feltre e della provincia. L’arte non è chiusura, ma dialogo come è sempre stato».
Gestito dall’associazione Ars sacra, il museo diocesano di via Paradiso è iscritto all’associazione musei ecclesiastici italiani, è già in rete con il sistema museale provinciale e collabora in particolare con il museo civico e la galleria d’arte moderna Carlo Rizzarda.
«Bisogna fare più promozione, perché è una carta vincente: il territorio ha grandi potenzialità e mettendo insieme tutti gli elementi, compreso l’aspetto gastronomico, si crea un pacchetto appetibile. Chi arriva a Feltre trova tante cose», sottolinea don Giacomo Mazzorana. «Per noi è una sorpresa aver visto come tante realtà economiche si siano mosse autonomamente, da alberghi a bed and breakfast a ristoranti, nel dare le indicazioni per arrivare al museo diocesano».
Dentro lo scrigno di arte e fede riportato alla luce dai lavori di ristrutturazione, attraverso ventisette saloni e sale di diverse dimensioni che custodiscono 250 opere, la risposta del pubblico è entusiastica e alimenta un grande tam tam che fa circolare la voce.
«È la cosa più bella», sottolinea il direttore. «Riceviamo segnalazioni di persone che rimangono colpite dalla bellezza del Diocesano. Per loro è una sorpresa vedere quanta ricchezza c’è a livello architettonico, pittorico, scultoreo, storico», racconta don Giacomo Mazzorana. «Il museo raccoglie tutti i gusti, a seconda della sensibilità di ciascuno. C’è chi si sofferma di più sulla croce post-bizantina in legno microscolpito con 52 nicchie, 485 figure e 200 colonnine; qualcuno invece va al Sacro Graal (il calice eucaristico più antico dell’Occidente); altri restano affascinati dal bellissimo dipinto di Tintoretto e altri ammirano molto la sala riservata al pittore viterbese Domenico Corvi con quattro opere provenienti dalla Certosa di Vedana».
Tra gli estimatori del museo c’è sicuramente il critico d’arte Vittorio Sgarbi, che è venuto in visita più di una volta. Don Giacomo Mazzorana non l’ha risentito dopo l’inaugurazione, ma gli farà avere la guida: «Forse gliela porteremo personalmente a Ferrara».
Raffaele Scottini
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