Museo e beatificazione: due ritardi per Luciani
CANALE D’AGORDO. Il sindaco Rinaldo De Rocco ce la sta mettendo tutta perché il cantiere del centro diurno per anziani recuperi il tempo perso nel passato. È qui che dovrà entrare il museo che la Fondazione papa Luciani si è impegnata a realizzare per ricordare «il nostro don Albino», come lo chiamano da queste parti. Sta producendo il massimo sforzo anche la Fondazione, diretta da Loris Serafini. Ma se la ristrutturazione dell’antico immobile, tra la chiesa e la canonica, troverà probabilmente conclusione il prossimo anno, non così sarà purtroppo per il museo, che resterà ancora confinato al piano terra della casa del parroco.
Un peccato davvero, perché Serafini e don Mariano non possono esporre con la necessaria dignità tutto il materiale che hanno a disposizione. «D’altra parte vogliamo fare le cose per bene» spiega il direttore. «E d’altra parte – va pure detto – è in ritardo anche il processo per la causa di beatificazione. In ritardo perché la Congregazione per le cause dei santi intende essere prudente anche nei confronti di un Papa, che in molti pregano già come un santo; per questo motivo ha consigliato alla Commissione dei medici che devono accertare la straordinarietà delle guarigioni di dedicare un supplemento d’attenzione, rispetto al passato, alle diverse situazione che vengono sottoposte. E in particolare per le guarigioni da tumori, oggi scientificamente più frequenti che nel passato». Sotto questa lente d’ingrandimento sta passando anche il presunto miracolo che la diocesi di Altamura ha certificato per Giuseppe Dinora, che si era rivolto proprio a Papa Luciani.
A Canale d’Agordo, comunque, si sa aspettare, perché «già è una grazia», sottolinea spesso il parroco don Mariano, la devozione crescente nei confronti di Giovanni Paolo I. Lo testimoniano i pellegrinaggio. Dal mese di gennaio a quello di ottobre, quest’anno, la presenza di visitatori alla sola mostra fotografica sulla vita di Albino Luciani, allestita attualmente presso i locali della casa parrocchiale, è stata di oltre 12 mila persone. Considerando che molta gente non entra al museo, ma si ferma solo all'interno della chiesa di San Giovanni Battista, «possiamo ipotizzare un numero notevolmente maggiore, doppio, forse triplo, di pellegrini in visita a Canale», ammette Chiara Fontanive, la responsabile dell’organizzazione dei pellegrinaggi. I gruppi (gennaio-ottobre 2013) sono stati 109 (30 arrivati in maniera autonoma, 29 gestiti dalla parrocchia di Canale d'Agordo e 50 seguiti dalla Fondazione Papa Luciani). La presenza di fedeli è in costante aumento: nel 2010 sono stati 7.967, l’anno successivo 9.675, nel 2012 ben 15.346 (perché si trattava del centenario della nascita) e nei primi 10 mesi di quest’anno oltre 12 mila.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi