Musica, si muove la società civile

Dopo i baristi, la discussione si amplia all’intera cittadinanza che rivendica più spazi per la cultura
Belluno, 18 ottobre 2006, consiglio comunale. Celeste Balcon
Belluno, 18 ottobre 2006, consiglio comunale. Celeste Balcon

BELLUNO

Continuano le polemiche sul decreto anti rumore del sindaco Antonio Prade. Ieri sera dalle 21 alle 21.30 un gruppo sparuto di ragazzi si è ritrovato davanti a palazzo Rosso per una manifestazione silenziosa di protesta. «Abbiamo cercato di riprodurre la città se tutto fosse silenzioso», dice Filippo Alfarè Lovo mostrando un cartello con la nota musicale sbarrata e la scritta in diverse lingue “concerto silenzioso”.

Tra i pochi presenti (il tam tam di Facebook ha dimostrato la sua debolezza) la volontà di difendere la musica «come forma di espressione per i giovani che vogliano passare una serata divertendosi. I veri rumori molesti non li fa la musica, ma quelli che si ubriacano e stazionano fuori dai locali urlando, facendo schiamazzi. Quindi i veri controlli il comune dovrebbe farli su chi abusa dell’alcol». Per i ragazzi a farne le spese di questo decreto saranno anche quei giovani che suonano nei locali e «che vedevano in questo la possibilità di farsi conoscere. Quindi questa scelta del Comune in qualche maniera infrange i sogni di qualche giovane».

Ma la protesta sta investendo l’intera comunità bellunese, non solo i baristi. Quello della musica nei bar è diventato, quindi, il pretesto per aprire un confronto sull’esistenza in città di spazi per la cultura. E così cittadini, artisti e organizzatori di eventi stasera alle 18.30 si troveranno al Bistrò Bembo per mettere insieme le idee e le iniziative per rivendicare luoghi di aggregazione e di cultura. Quello di oggi è il proseguo dell’incontro svoltosi l’altra sera allo spazio del BLi.tz (BLi.tz che ci tiene a precisare la sua intenzione a non promuovere alcuna iniziativa). Domani poi, in calendario, c’è l’incontro pubblico al Kilkenny, mentre martedì la riunione degli associati dell’Ascom.

Insomma, un fermento che sta travolgendo la popolazione. Anche la politica. Ieri era la maggioranza a protestare, oggi è l’opposizione col consigliere del Pd, Roberto De Moliner . «Si parla tanto di voler rivitalizzare il centro, e negli ultimi anni i concertini sono stati un buon segnale per la città e per il centro storico. Ora l’ordinanza blocca queste attività che servono per aggregare i giovani e per dare spazio a gruppi musicali locali. Su questo c’è un piano rumore approvato nel 2007 da questa giunta che regola anche queste attività in base ai rumori e che ha modificato il numero di giornate in cui è possibile una deroga passando da 52 a 25 . Ma forse, visto come si sono sviluppate queste attività collaterali dovrebbe essere modificato perchè ostacola queste iniziative. Credo che a questo punto serva un po’ di buon senso sia da parte dei gestori dei locali ma anche dell’amministrazione che non deve penalizzare attività che sono diventate centri di socializzazione e di aggregazione importante per il nostro comune», precisa De Moliner. La pensa allo stesso modo anche Pippo Costanzo che, se salva il decreto del sindaco dal punto di vista legale, dall’altro però riconosce «come il ruolo dei bar sia cambiato e quindi il primo cittadino deve far rispettare la legge, mentre i baristi per non chiudere e sopravvivere devono fare musica».

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