Napoletano indagato per l’assicurazione

BELLUNO. Dove la polizza costa meno. Un napoletano rischia un processo per fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. Viveva a Pordenone, ma dopo la separazione della moglie era tornato a Napoli ed è nella sua città che avrebbe dovuto firmare il contratto con la compagnia di assicurazione, con il risultato di dover spendere molti più soldi.
L’inghippo sarebbe emerso quando l’uomo ha fatto un incidente in provincia. Quello che c’era scritto nel contratto non tornava e, invece che una constatazione amichevole, al massimo un processo per lesioni stradali, V.M. ha dovuto trovarsi un avvocato per rispondere dell’ipotesi di reato di fraudolento danneggiamento dei beni assicurati.
Finita la parte tragica, comincia quella grottesca o almeno surreale. Il legale d’ufficio Tullio Tandura gli ha chiesto un fondo spese di 200 euro, per fare la copia degli atti e l’indagato ha cominciato a sollevare dei problemi, come se non li avesse in tasca. Niente bonifico, bancario, niente vaglia, niente. A quel punto, l’idea luminosa, nel nome dell’arte di arrangiarsi tutta partenopea: un viaggio di persona per la consegna di questi soldi.
Tandura l’ha invitato a non muoversi, per evitare un’ulteriore spesa ed ecco la risposta bruciante: «Non si preoccupi, avvocato: vengo gratis in treno come accompagnatore di un mio parente che non ha le gambe». Udienza preliminare il 4 aprile. —
G.S.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi