Nasce a Belluno il centro all'avanguardia per addestrare i cani da ricerca
BELLUNO. La casa dei soccorritori. Il campo di addestramento dei vigili del fuoco di Belluno, alla vecchia caserma Toigo è aperto a tutti, dall’inaugurazione di ieri. Non solo al Nucleo cinofili o a qualche altre specialità dei pompieri. È a chilometri zero e soprattutto costo zero: l’area di Col da Ren è stata ceduta dagli alpini e i materiali sono stati ricavati con l’abbattimento delle vecchie strutture e le donazioni di alcune aziende, che non sapevano cos’altro farsene. L’idea aveva ormai un anno di vita e c’è voluto tutto questo tempo, per realizzarla, costruendo una scenografia che ripropone tutte le possibili emergenze: dal garage crollato su una macchina, al terremoto e fino alla caduta in un pozzo. Tutto su più piani sfalsati, collegati da cunicoli sotterranei.
Il taglio del nastro. Una forbice blu al comandante Mauro Luongo e la benedizione di monsignor Ausilio Da Rif, il prete più amico dei vigili. Tagliato un nastrino tricolore per la seconda struttura in Italia, come estensione e qualità, dopo quella di Torino: «Questo è un campo per la comunità dei soccorsi e non soltanto per noi», sottolinea Luongo, «Un punto d’incontro tra tutti gli operatori. Ci abbiamo messo tutto il tempo e l’impegno necessario, ma dobbiamo essere orgogliosi del risultato che abbiamo ottenuto». Il dirigente generale regionale Giuseppe Romano ha sottoscritto, parola per parola, aggiungendo che «è compito mio agevolare questo tipo d’iniziative, con tutti i mezzi che abbiamo».
Il “canarino” e il gas. Necessaria una simulazione, per capire come funziona. Arriva la chiamata al 115, dopo un terremoto? Ecco cosa può essere successo a L’Aquila, per esempio: arrivano la partenza dei vigili e l’ambulanza del Suem 118, tanto per cominciare. Nella squadra, c’è quello che si chiama canarino e gira con una bombola e un rilevatore di gas. Quando dà il segnale, ecco anche gli altri in una formazione a pettine, che si chiama “vista e udito”: si cercano le persone sotto le macerie, qualificandosi e chiamandole. Nel frattempo, intervengono anche gli uomini del Saf (speleo, alpino e fluviale) con l’autogru. Qualche ferito risponde e viene velocemente soccorso.
Biagio & Thelma. I cinofili sono altrettanto fondamentali. I conducenti Jeky Funes e Andrea Leban sono come i padroni di due splendidi labrador golden retriver: Biagio ha nove anni, si emoziona, in mezzo a tutta quella gente e fa la pipì, ma poi è straordinario nel fiutare la traccia e trovare un altro ferito. Merita il salsicciotto premio, come a L’Aquila. Thelma è altrettanto bella ed efficace: una signorina di otto anni, che dopo un anno e mezzo di addestramento va dritta all’obiettivo e viene a sua volta premiata. Tutti vengono recuperati, imbarellati e affidati ai medici. Applausi meritati. Anche a chi ha preparato il rinfresco finale. Quasi quasi è il momento meno appassionante della mattinata, con tutto quello che c’è stato prima.
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