Nasce a Longarone la fabbrica del lusso

LONGARONE. Quando il lusso si coniuga con l’etica e perfino l’umiltà, di cui i veneti sono campioni, il successo è scontato. Lo dimostra – usando il vocabolario di Gianni Zoppas, il ceo – l’avventura di Thélios, a Longarone. Poco più di un anno fa c’era solo un progetto. E là dove la creazione ha partorito una bellezza industriale c’era allora un rudere con un po’ di terra incolta dintorno.
Oggi è la “fabbrica del lusso”, con un milione e mezzo di occhiali e 245 giovanissimi collaboratori, tra Longarone (un centinaio), Parigi, New Yorck e Hong Kong. Pronta a triplicare. Siamo alla Thélios, joint venture tra Lvmh (51%) e Marcolin (49%). La manifattura, rinomata per il savoir - faire d’eccezione in ambito eyewear, che crea occhiali per le Maison del gruppo Lvmh, è stata inaugurata ieri. Poche autorità, le essenziali, e tanti lavoratori.
Toni Belloni, direttore generale delegato del gruppo Lvmh, Jean Baptiste Voisin, direttore della strategia del gruppo Lvmh, e Giovanni Zoppas, presidente e ceo di Thélios, hanno tagliato il nastro, insieme al sindaco di Longarone, Roberto Padrin, e all’assessore Gianpaolo Bottacin, per la Regione.
«Grazie al connubio tra tecnologie avanzate e un know-how unico, Thélios – sottolinea Zoppas – costituisce un’organizzazione produttiva completa e dinamica che assicura un controllo capillare dei prodotti: dal brief creativo iniziale al design 3D e alla realizzazione finale, passando per l’elaborazione del prototipo». Thélios collabora già con le Maisons Cèline, Loewe w Fred, ma ovviamente è intenzionate ad andare oltre.
«Abbiamo iniziato con gli occhiali da sole Celine, ma nel secondo trimestre porteremo sul mercato italiano Loewe e per fine anno Fred» è la tempistica che detta un esuberante Belloni. «Non abbiamo nei nostri piani un aumento della partecipazione in Marcolin – ha subito messo le mani avanti lo stesso Belloni, stoppando la curiosità dei giornalisti –, abbiamo l’idea di unire capacità e competenze. Siamo in una fase di startup e quindi investiamo dei soldi per costruire una realtà che sia di eccellenza e innovazione. Nella strategia di parziale integrazione di questa attività vogliamo ambire a costruire una realtà economica premiante e quindi con una integrazione della parte dei margini che oggi diamo a chi possiede una licenza».
Lvmh è presente in Italia con 23 siti produttivi e ha investito 600 milioni di euro in 5 anni in produzione, con i collaboratori raddoppiati nello stesso arco di tempo a 9.500. Presto arriveremo a 10 mila. Il gruppo dell’eccellenza ha in costruzione un atelier in Toscana per Celine, nel distretto della pelletteria dell’area del Chianti, e uno per Fendi vicino a Firenze. Belloni ha tenuto a precisare che Lvmh dà alle marche la padronanza delle scelte strategiche ed esecutive, quindi «non saranno forzate a lavorare con Thelios, ma le porteremo ad avere con Thelios un dialogo privilegiato».
La società si trova ancora oggi in una fase definita di startup e dunque la crescita asseconderà la velocità con cui l’apprendistato interno preparerà la struttura produttiva.
In ogni caso, ha anticipato Zoppas, «non resteremo con tre marchi». E i canali di distribuzione? «Verranno definiti di volta in volta – parola di Belloni – con i singoli marchi. E anche per Vuitton, Thelios sarà un partner privilegiato».
L’Italia – non ci sono dubbi a sentire il direttore generale – è un paese strategico per il gruppo Lvmh. «La Manifattura Thélios testimonia la forte volontà del Gruppo di investire nel patrimonio economico italiano e nel suo sviluppo».
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