Natale anni '60 a Cugnan e a Santa Giustina

Correvano gli anni ’60 e a Cugnan, piccola frazione dei Coi De Pera, in comune di Ponte nelle Alpi, c'era un piccolo negozio di frutta e verdura che poi vendeva anche altro, come si usava un tempo nei piccoli paesi.
Era proprio in piazza e i proprietari erano i miei genitori, Giuseppe De Fina e Ester Dalla Rosa. Il negozio era una stanza con una grande vetrata e un vetro sottile sottile. Ma a Natale la stanza diventava il palcoscenico del presepe allestito sopra i cassoni della frutta rovesciati a fare da base e poi ricoperti ad arte dal muschio, quello vero, che mia madre ci faceva andare a prendere via sulle cave de Cugnan (non senza mille raccomandazioni per non scivolare e farci male). Ma per noi fratelli questo rito era magico e non vedevamo certo i pericoli.
Sul muschio ancora umido e vivo posavamo le statuine, quelle di gesso che oggi non vedo più se non in pochi esemplari rimasti interi nonostante il passaggio di Natale in Natale. E poi c'era la capanna della natività fatta da mio papà, bellissima, e poi quella luce rossa ad illuminarla: non a led ma recuperando un vecchio-abat jour rosso a forma di conchiglia.
La sera, quando le temperature scendevano, era il vetro sottile a creare la magia appannandosi sempre e spesso ricoprendosi di cristalli di ghiaccio. La magia era assicurata per chi passava davanti alla nostra vetrina che tutto l'anno vendeva frutta e verdura e poco altro ma che a Natale regalava un presepe fiabesco.
Siccome la mamma è nativa di Salzan di Santa Giustina, a Natale si andava dai nonni. Non avevamo l'auto e allora, a seconda degli anni, si andava fino alla stazione di Polpet con la tassista del paese o anche con il tassista di Quantin e poi si prendeva il treno fino a Santa Giustina. Ma siamo andati anche con la moto bianca di mio papà, quella con il cassone dietro e le due pance davanti, la stessa che usava per andare per i paesi a vendere la frutta e la verdura. Mitica...
Facevamo a gara a chi individuava per primo gli alberi illuminati nell'oscurità della sera che pure all'epoca c'erano già. Poi giù di corsa dal treno e via lungo la ferrovia fino alla casa dei nonni, dove ci aspettava ancora la magia del Natale perché all'ingresso il nonno allestiva l'albero che era sempre una “muga” presa “fora sui maserot” e addobbata con delle lanternine luminose dai colori tenui. Ai suoi piedi allestiva il presepe.
Poi noi ragazzi andavamo tutti a nanna dentro al letto riscaldato ad arte dalla “monega” mentre i grandi andavano alla messa di mezzanotte a Santa Giustina.
La mattina di Natale la visione magica della tavola natalizia, apparecchiata con la tovaglia  rossa con le candele gialle e le decorazioni verdi e gli antipasti pronti, era preceduta dalla predica che ci faceva la mamma lungo le scale di legno chiaro: «Mi raccomando dite buon Natale nonno e nonna, non siate ingordi». La sera di Natale si tornava a casa e tutto era più malinconico ma la magia ci accompagnava ancora per giorni e giorni.
Questa è una storia vera, la mia, del mio Natale e della mia infanzia. Tanto è cambiato, tanti affetti cari se ne sono andati ma io cerco e spero di creare ancora quell'atmosfera autentica di tanti anni fa nella mia famiglia intorno all'albero ed al presepe. Durante queste festa natalizie il comune di Ponte nelle Alpi ha dato vita al concorso “Il Natale in vetrina” e ancora prima di leggere della Vostra iniziativa avevo pensato che già 50 anni fa a Cugnan  a Natale c'era la vetrina più bella, almeno per me: era quella di Giuseppe De Fina e di Ester Dalla Rosa e della loro famiglia.

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