Nel 2015 in aumento i lavoratori in nero e quelli non pagati

La Direzione territoriale del lavoro ha trovato 280 aziende non in regola, cioè il 43% di quelle controllate dagli ispettori
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Crescono i lavoratori in nero, ma anche le denunce per stipendi non corrisposti. La crisi economica sta mordendo ancora in provincia di Belluno, come evidenziano i dati della Direzione territoriale del lavoro bellunese che, a pochi giorni dalla fine del 2015, traccia un bilancio dell’attività.

Rispetto al 2014, sono state eseguite 651 ispezioni nelle aziende e di queste un terzo hanno evidenziato delle irregolarità (vale a dire 280).

«Le irregolarità maggiori», precisano il direttore della Direzione territoriale, Roberto Parrella e la responsabile dell’area vigilanza Cinzia Teodoro, «si riscontrano nei pubblici esercizi e nel commercio. Di queste 280, infatti, il 57% riguardano servizi di alloggio e ristorazione, quasi il 38% il commercio, e una gran fetta anche gli autotrasportatori».

In crescita anche i lavoratori in nero. «Al 17 dicembre scorso abbiamo trovato 85 persone inesistenti per fisco, Inps, Inail e di queste 5 erano extracomunitari. Erano 76 nel 2014. Sicuramente il fenomeno è in crescita, e i nostri dati lo dimostrano, anche se sono dati parziali. Infatti, ispezioni sui luoghi di lavoro vengono eseguite non solo dalla Direzione territoriale del lavoro, ma anche da Inps, Inail, carabinieri, polizia e Guardia di finanza. Per cui il dato è limitato alle nostre attività ispettive», ci tiene a precisa il direttore Parrella.

Comunque sia, di questi 85 lavoratori in nero, 19 sono stati “beccati” in discoteche, o in attività che fanno musica o bar, 14 in alberghi e ristoranti, mentre 13 nell’edilizia. Segno che il settore per eccellenza del lavoro nero, cioè l’edilizia sta lasciando il posto ad altre attività che riguardano di più l’intrattenimento o comunque la stagionalità.

«Malgrado il personale ispettivo sia ridotto rispetto al numero di imprese del territorio», spiegano dalla Dtl, «abbiamo in questi anni affinato le nostre tecniche di ispezione, concentrandoci su determinate aree, giornate e fasce orarie. Questo per incrementare la produttività e l’efficacia dell’attività ispettiva, il cui scopo non è la sanzione ma la deterrenza, cioè lanciare segnali alle imprese perché si comportino “bene”, così da garantire non solo la legalità, ma anche il lavoratore che è la parte più debole e la concorrenza leale tra imprese», precisa il direttore.

Inoltre, dal settembre scorso, «sono entrate in vigore delle nuove norme che tutelano il lavoro. Infatti, per quel lavoratore che viene trovato in nero, la legge impone che l’azienda, se viene “beccata” in fallo, lo assuma almeno per tre mesi, a 20 ore settimanali e a tempo indeterminato il personale che non era stato denunciato. E questo rappresenta di sicuro una garanzia in più per gli addetti perché devono essere assunti, a prescindere dalla necessità o meno del datore di lavoro di quella figura professionale in quel momento. Lo stesso accade anche per i dipendenti stagionali».

Resta sempre alta, comunque, l’attenzione per la sicurezza nei posti di lavoro: nel 2015 sono stati registrate 113 violazioni di questo tipo. Infine, la Dtl ha riscosso ben 247.951 euro dalle irregolarità riscontrate, comprese le ordinanze di ingiunzione.

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