Nel Bellunese aria “doc” un volano per il turismo

BELLUNO. Vendere aria. Ma di primissima qualità. L’aria della provincia di Belluno, infatti, è tra le migliori del Veneto e questo potrebbe fare da volano per il turismo, soprattutto quello più...

BELLUNO. Vendere aria. Ma di primissima qualità. L’aria della provincia di Belluno, infatti, è tra le migliori del Veneto e questo potrebbe fare da volano per il turismo, soprattutto quello più attento all’ecologia e al benessere.

Se ne è parlato nel corso della Giornata della Trasparenza al Dipartimento Arpav di Belluno. Un momento di incontro tra chi osserva, giorno dopo giorno, lo stato di salute del territorio bellunese e chi lo vive e ci lavora, cioè le categorie economiche. Tanti i temi toccati nel corso della giornata, dall’idroelettrico, all’agricoltura. E non sono mancate le nuove idee come quella di usare i dati Arpav sulla qualità dell’aria nel settore turistico.

Un dato su tutti: a Misurina il valore medio di Pm10 è, nel periodo peggiore dell’anno, di 6 microgrammi al metro cubo. Il limite massimo è di 40 microgrammi per metro cubo, otto volte superiore. Non stupisce quindi che gli sforamenti della soglia consentita per legge, che in altre zone sono un vero cruccio per le amministrazioni locali, siano invece azzerati. Lo stesso dicasi per il benzoapirene, la cui concentrazione è talmente bassa da essere difficilmente rilevabile dagli stessi strumenti in dotazione all’Arpav.

«I turisti dovrebbero essere informati su questi dati», spiega Rodolfo Bassan, direttore dell’Arpav di Belluno, «ad esempio attraverso la divulgazione negli alberghi. Abbiamo rivolto questa proposta alle categorie economiche perché le possibilità sono tante, penso ad esempio alla balneabilità dei laghi che noi verifichiamo periodicamente».

Ma l’idea di usare i dati Arpav per promozione turistica non è destinata a cadere nel vuoto. «L’idea potrebbe essere sicuramente vincente», spiega Sandro Da Rold, componente della giunta di Confindustria con delega al turismo, «ma va inserita in una nuova narrazione complessiva del territorio bellunese. Credo che uno del primi compiti che dovrà svolgere il nuovo organismo che gestirà le politiche turistiche nella nostra provincia, e cioè il Consorzio Dolomiti, sarà proprio quello di definire un adeguato piano di marketing territoriale, che non potrà prescindere dai temi della sostenibilità ambientale, Anche da questo punto di vista la decisione di creare in provincia un’unica Dmo si rivela fondamentale e vincente: solo così è possibile pensare a una strategia complessiva». «Il nostro territorio ha delle eccellenze» aggiunge Maurizio Ranon, direttore Appia, «e bisogna valorizzare i dati oggettivi forniti da organismi terzi».(v.v.)

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