Nel Feltrino radiazioni di radon alle stelle: è colpa della pioggia
Superate per poche ore le soglie di attenzione a Feltre e di allarme a quota 1.410 metri sul Monte Avena. Secondo l'Arpav sono valori che rientrano nella normale dinamica atmosferica, soprattutto dopo le piogge
la sede dell’Iti Negrelli
FELTRE. 64 cpm in città, addirittura 97 sul Monte Avena. Sono i dati della radioattività di venerdì mattina rilevati in cpm (cycles per minute) dai contatori Geiger installati dall'Iti Negrelli sul tetto della scuola al Boscariz e a Malga Campet. Superate per poche ore le soglie di attenzione a Feltre e di allarme a quota 1.410 metri. Dati che hanno suscitato preoccupazione in alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle, ma che secondo i tecnici dell'Arpav rientrano nella normale dinamica atmosferica. Colpa del radon liberato in modo costante dal terreno, ricaduto al suolo in alta concentrazione attaccandosi alla pioggia caduta improvvisamente venerdì mattina dopo settimane di caldo estivo.
Le centraline dell'Iti Negrelli - quella del Monte Avena è entrata in attività da pochi mesi - hanno registrato lo sbalzo della radiottività, che normalmente si colloca attorno ai 40 cpm. Dunque nessun allarme radiazioni per i cittadini, visto che i livelli sono scesi nell'arco di poche ore. Di sicuro è la conferma della bontà di un progetto che ha visto gli studenti dell'istituto feltrino in prima linea sviluppando la parte elettronica, installando i due apparecchi e mettendo on-line i dati, rendendoli disponibili a chiunque. Un'ottima opportunità per gli studenti e un'iniziativa lodevole dal punto di vista didattico. Una sorta di cane da guardia, ancorché in piccolo, rispetto all'attività svolta dall'Arpav, rispetto ad eventi radioattivi potenzialmente pericolosi, come in occasione dei danni provocati dallo tsunami alla centrale di Fukushima in Giappone. In quell'occasione l'Arpav mise in moto la rete di rilevamento per monitorare eventuali aumenti di radioattività provocati dai danni alla centrale nucleare.
Non è il caso rispetto al picco registrato venerdì. L'Arpav giudica assolutamente naturale il raddoppio e più dei valori in un caso particolare come quello verificatosi l'altroieri. Alla stranezza del clima, con un'appendica estiva che ha regalato temperature più alte della media per tutta la parte finale di settembre e l'inizio di ottobre, si è aggiunto il lungo periodo di cielo sereno senza precipitazioni. L'improvviso mutamento meteorologico di venerdì - sulle vette è comparsa la prima neve - ha provocato temporali e pioggia battente che hanno fatto precipitare al suolo il radon che si è legato alla polvere nell'atmosfera. I due contatori Geiger dell'Itis Negrelli che rilevano i raggi Gamma hanno registrato l'anomalia, anche se questo tipo di apparecchi non è in grado di distinguere la radioattività naturale da quella provocata da una sorgente artificiale. La semplice lettura dei dati poteva generare preoccupazione. Il fenomeno è in linea con quanto accade dopo lunghi periodi siccitosi. Il radon resta dunque un gas naturale da tenere d'occhio per chi abita negli ambienti a piano terra o nei seminterrati, magari scarsamente aerati. In quel caso può essere un vero pericolo per la salute.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video