Nel futuro di palazzo Gazzi c’è un ristorante didattico
FELTRE. Il sogno è quello di un ristorante didattico all’interno di palazzo Gazzi. C’è la necessità di trovare una proposta innovativa rispetto alla mera ricerca di un classico ristoratore in grado di fare un investimento importante nel contesto di piazza Maggiore e si sta valutando una soluzione che potrebbe riguardare anche la formazione legata alla qualità delle produzioni agroalimentari e alla loro trasformazione nella ristorazione.
È la strada che ha imboccato il Comune, alla ricerca del rilancio dell’ex Belle Epoque, frenato dal primo bando di gestine andato deserto. Dei primi contatti ci sono stati, ma per prevale la cautela. La crisi non aiuta di certo l’imprenditoria ad investire, nemmeno davanti a una base di locazione di soli 900 euro mensili (nove anni la durata del contratto di locazione) e interventi strutturali di riqualificazione scomputati dall’affitto. Troppo alto comunque l’investimento iniziale necessario per riavviare l’attività, in considerazione del fatto che dopo la dismissione di tutti gli arredi, gli spazi vengono messi a disposizione al grezzo e gli interni devono essere riallestiti. Cosa che implica un esborso finanziario non indifferente per l’adeguamento in funzione delle esigenze del nuovo gestore.
In poche parole, con la cucina da ripristinare (servono non meno di 80 mila euro) oltre agli arredi, la previsione dei costi evidentemente ha pesato, scoraggiando tutti. Era fine aprile quando il primo bando è andato deserto e nel frattempo l’amministrazione ha riflettuto, perché viste le premesse non è pensabile che rilanciando la gara ex novo con le stesse caratteristiche ci possa essere una svolta. D’altra parte è difficile anche ridurre ulteriormente l’importo dell’affitto, già basso (si arriverebbe anche a un deprezzamento).
Allora l’iter da seguire può essere diverso, con un’altra formula: «È complicato fare degli aggiustamenti economico-finanziari o prevedere investimenti per conto degli eventuali esercenti», dice l’assessore Valter Bonan. «Diverso è capire a fronte di manifestazioni d’interesse concrete e strategiche, quali contenuti e idee progettuali ci sono dietro».
Il bando di gestione andato deserto ha spinto insomma a valutare altre strade rispetto alla classica ristorazione. In ogni caso, sottolinea l’assessore, «lo scopo non è certo quello di fare cassa su un servizio così significativo per l’area, ma di accompagnare e favorire un progetto di rilancio di un’attività dentro uno snodo strategico per l’integrazione delle iniziative, pensando all’ingresso delle attività artigianali nei palazzetti Cingolani che progressivamente andranno ad essere operative e ai lavori per il completamento del teatro La Sena. Palazzo Gazzi è un tassello importante».
Raffaele Scottini
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