«Nel futuro nuovi impianti per collegare le valli»
BELLUNO. Reduci da una stagione con i fiocchi (è proprio il caso di dirlo), gli impiantisti guardano avanti. Pensano al prossimo inverno, sperano nella neve, puntano sulla promozione del territorio. Non dimenticano, però, la necessità di potenziare l’offerta, guardando con favore ai collegamenti intervallivi. «I numeri del fatturato (un miliardo di euro nel 2017, che ha generato un indotto di 7 miliardi) dicono che la presenza degli impianti di risalita in un territorio è fondamentale. Anche per contrastare lo spopolamento», afferma Renzo Minella. Il presidente della sezione territoriale veneta dell’Anef (associazione nazionale esercenti funiviari) è appena stato riconfermato nel consiglio nazionale. Con lui c’è Diego De Battista, che di Anef Veneto è il vice presidente.
Gli impianti di risalita sono un valore aggiunto per il territorio?
«Assolutamente. Creano indotto, garantiscono lavoro e dunque permettono di contrastare lo spopolamento. Basta guardare al Comelico: ogni giorno ci sono persone che percorrono 50 km per andare a lavorare sugli impianti a Sesto Pusteria. Ma fino a quando lo faranno? Il rischio è che, prima o poi, questi lavoratori decidano di trasferirsi a Sesto. Per questo si sta ragionando sul progetto di collegamento Sesto-Comelico».
C’è, però, chi contesta che questi impianti hanno un certo impatto ambientale.
«Gli impianti di risalita sono il mezzo di trasporto che inquina meno di qualsiasi altro e in questi ultimi anni si è fatta molta attenzione alla loro costruzione. Si cerca di limitare il più possibile la cementificazione e di farli integrare nei nostri territori nella maniera meno invasiva possibile. Per ogni nuovo impianto versiamo una fidejussione a garanzia che, quando si smetterà l’attività, ripristineremo i luoghi come ci sono stati consegnati».
Ci sono nuovi impianti in programma?
«Ci sono rinnovi programmati, specie nella zona di Cortina, ma in questo momento stiamo facendo ragionamenti in particolare sui collegamenti. I nostri competitor (come l’Austria) stanno dando un’offerta sci ai piedi sempre più ampia. In area dolomitica dobbiamo trovare soluzioni, nel rispetto del bene patrimonio mondiale dell’umanità, per collegare ad esempio Cortina con Arabba o la Badia, ma anche il Civetta con l’area del Sella. Gli sciatori si aspettano di venire in montagna, anche da noi, e muoversi per km con gli sci ai piedi. Dobbiamo lavorare sui collegamenti intervallivi».
L’ultima stagione invernale è stata soddisfacente?
«Molto, ma non ci sediamo sugli allori: siamo già impegnati a pensare al prossimo inverno, in particolare alla promocommercializzazione dei nostri territori per riconfermare i numeri della passata stagione. Un impegno soprattutto verso i mercati esteri, che ci hanno premiato anche nelle stagioni in cui la neve mancava perché siamo riusciti a garantire piste perfette grazie all’innevamento artificiale».
A proposito: ci sono zone di criticità per l’approvvigionamento idrico?
«Nella parte alta della provincia servono bacini di accumulo, specie nell’area del Civetta, di Cortina e del Pordoi. Ci sono dei progetti, alcuni sono anche già stati autorizzati e con la Regione si sta cercando di mettere assieme linee di finanziamento».
Com’è la situazione revisioni degli impianti?
«Tutti dovremo farne, la Regione sta preparando un bando con scadenza nel 2020 per garantire la copertura di una parte delle spese».
Quali saranno i prossimi impegni dell’Anef Veneto?
«La revisione della legge regionale 21, che norma il nostro settore. Va aggiornata in funzione delle nuove esigenze, guardando all’impiantistica per l’inverno ma anche per l’estate, settore che si sta sviluppando in maniera importante. Servono norme che ci permettano di adattare gli impianti alle esigenze del mercato estivo (ad esempio l’uso della bici in montagna). Come Anef Veneto abbiamo dato il la ad una commissione interna e stiamo esaminando articolo per articolo. Terminato questo lavoro proporremo le modifiche al tavolo regionale per arrivare all’aggiornamento della normativa».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi