«Nel mio stemma le vette e il Piave»
BELLUNO. Una sintesi della sua storia, da Padova a Belluno. Monsignor Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre, ha scelto di rappresentare le amate cime anche sullo stemma ecclesiastico. Un modo per ricordare, a se stesso e agli altri, i principi fondamentali che guidano il suo operato.
«Come motto ho scelto “Vai dai miei fratelli”» spiega il vescovo, «sono le parole che Gesù risorto dice a Maria Maddalena, invitandola ad andare dagli apostoli. È lei, in qualche modo, la prima apostola. È una donna che secondo me rappresenta la comunità della Chiesa».
Sulla sinistra dello stemma sono raffigurate, su fondo rosso, le montagne, stilizzate secondo lo stile araldico. «La mia montagna è il Grappa, dove sono nato. Da lì se guardo verso Sud vedo la mia diocesi di provenienza, Padova, se invece guardo a nord vedo le Dolomiti» continua il monsignore, «l’ampolla che si vede sulla destra fa invece riferimento alla mia storia di fede. Rappresenta San Prosdocimo, che fu l’evangelizzatore delle terre venete. E inoltre l’acqua mi ricorda il Piave».
Entrambe le figure simboliche sono dipinte su vele rosse. Un dettaglio anche in questo caso ricco di significato. «Rappresentano il mantello di San Martino, patrono di Belluno. È tagliato in due, in un gesto di carità dal quale scaturisce il Vangelo».
Lo stemma, realizzato da uno specialista, è affisso all’ingresso del vescovado e viene usato per la carta intestata del vescovo. Ognuno ha il suo personale stemma, che rappresenta la storia e i valori della persona.
«Sono stato contattato da un araldista poco dopo aver saputo della nomina» spiega monsignor Marangoni, «per il mio stemma ho collaborato con Renato Poletti, un araldista che vive a Roma ma che ha origini bellunesi. Gli ho spiegato le mie idee e, dopo alcuni scambi di materiale, siamo arrivati a definire il mio stemma».
Renato Marangoni è stato nominato vescovo il 10 febbraio dello scorso anno. Originario di Crespano del Grappa, è stato parroco per molti anni a Padova. Lo scorso anno ha preso il posto di monsignor Giuseppe Andrich, oggi vescovo emerito della diocesi. (v.v.)
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