Nel mirino del procura finiscono gli immobili di Angelo Calatafimi
TRICHIANA. Angelo Calatafimi torna a far parlare di sè, al palazzo di giustizia di Belluno . Ieri mattina i giudici del tribunale si sono riuniti in camera di consiglio per discutere un provvedimento legato ad una legge speciale sulle misure di prevenzione e richiesto dal pubblico ministero Simone Marcon, lo stesso magistrato che si è occupato delle indagini sulla sparatori al pub di Mel, un anno fa, di cui fu protagonista Calatafimi. Va detto che sulla vicenda vige il massimo riserbo. Stando ad indiscrezioni il pm Marcon avrebbe chiesto la confisca da parte dello Stato di alcuni beni immobili di cui Calatafimi avrebbe un ingiustificato possesso. Si tratta di un provvedimento richiesto in base ad una legge speciale sul quale i giudici del tribunale si sono riservati la decisione.
Calatafimi, com’è noto, è salito alla ribalta della cronaca per la sparatoria avvenuta il 15 novembre scorso, alle 21.30, al pub Casa Rossa di Mel. Calatafimi, un calabrese trapiantato a Trichiana negli anni Settanta per un soggiorno obbligato, quella sera svuotò l'intero caricatore di una calibro 765 sulle gambe dell'ingegnere feltrino Ivo Facchin. Per quel fatto Calatafimi (difeso dall’avvocato Massimo Moretti) è stato condannato, il 27 giugno scorso, in rito abbreviato, a 5 anni e 4 mesi. Lesioni gravi e porto abusivo d'arma furono le accuse che il pubblico ministero Marcon contestò in un corposo capo d’imputazione a "Lillo o' Pazzo". Un'accusa più lieve rispetto al tentato omicidio sostenuto in denuncia dall'ingegnere feltrino che aveva sempre parlato di un "agguato in piena regola per uccidermi". Ma la condanna è stata, comunque, pesante se si tiene conto che Calatafimi ha ottenuto lo sconto di un terzo della pena per aver potuto accedere al rito abbreviato (un processo a porte chiuse che si basa esclusivamente sugli atti d'indagine).
Il giudice Giorgio Cozzarini ha inflitto all'imputato 4 mesi in più rispetto alla richiesta in requisitoria del pubblico ministero, condannandolo anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per quanto riguarda, invece, l'aspetto risarcitorio (il legale di Facchin, l'avvocato Pierluigi Cesa, aveva quantificato provvisoriamente in 200.000 euro il danno) il giudice ha rinviato la decisione al tribunale civile in una causa separata, riconoscendogli per il momento soltanto una provvisionale immediatamente esecutiva di 5.000 euro per le spese legali.
Ieri, dunque, la vicenda che riguarda il calabrese trapiantato a Trichiana si è arricchito di un nuovo capitolo. Anche se non si tratta di un procedimento penale, è presumibile che la richiesta di applicazione della legge speciale inoltrata dal pm Marcon ai giudici del tribunale di Belluno si aggancia all’inchiesta della sparatoria di Mel.
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