Nel presepio di Pirago la Sacra Famiglia è in prigione

Il tema della pace nel presepio di Pirago: la Sacra Famiglia è in prigione mentre Gesù è dietro una trincea

LONGARONE. Il tema della pace è protagonista dell'originale presepio allestito a Pirago che vede la raffigurazione della sacra famiglia imprigionata e di un Gesù bambino dentro una trincea. Il presepio è stato realizzato dal gruppo di volontari di “Pensiero per un amico - Idols”, guidato da Grazia Da Ros, Silvano Remor e don Francesco Silvestri e situato nella collina vicino alla birroteca della frazione longaronese. Come ogni anno e dopo la presenza di una slot machine per sottolineare il grave fenomeno del gioco d'azzardo lo scorso anno, non sono mancate alcune piccole “provocazioni” per spingere alla riflessione sull'attualità internazionale.

«L'idea di quest'anno – dicono dal gruppo – è nata sentendo le varie notizie delle guerre internazionali, in particolar modo con la guerriglia dell'Isis e le persecuzioni omicide di tanti cristiani in alcuni paesi. E' così che Giuseppe e Maria sono nella capanna imprigionati mentre fuori impazza la distruzione: ci sono soldati con il mitra, angeli piangenti, segni dei bombardamenti e una trincea, che ricorda anche il 2014 come centenario dell'inizio della prima guerra mondiale. Il senso di questa capanna “protetta” è che la violenza, materiale e morale, non ha ancora intaccato la sacra famiglia e tutti coloro che gli sono vicini, come gli animali all'interno, e rimane ancora una luce si speranza sullo sfondo. Gesù bambino però non si lascia ingabbiare, è uscito fuori ed è tra la gente, a vivere la sofferenza e la povertà quotidiane: per questo abbiamo deciso di spostarlo dentro la trincea.»

«Negli anni abbiamo ricevuto delle critiche al nostro presepio – commentano gli organizzatori di Pirago – da parte di coloro che hanno una visione tradizionalista. Secondo noi però il presepio deve far riflettere sui problemi dell'oggi, sia quelli mondiali che quelli che toccano da vicino le nostre famiglie come la disoccupazione o il gioco d'azzardo. Il Natale non può essere una bolla ipocrita dove isolarsi dal resto delle preoccupazioni, come un palliativo, ma deve essere un momento di riflessione a favore del prossimo per potersi migliorare e guardare la società con occhi più umili e tolleranti.»

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