Nelle scuole bellunesi mancano 14 presidi
Solo nove scuole di ogni ordine e grado hanno un dirigente scolastico di ruolo sulle 18 rimaste senza questa figura. «Ancora una volta per la nostra provincia c’è stata poca attenzione e ora ci ritroviamo nelle stesse condizioni dello scorso anno: pochi presidi con tante scuole da gestire. Non è possibile», sbotta tra l’arrabbiato e il rammaricato, la segretaria della Cisl Scuola, Lorella Benvegnù.
i posti assegnati
Ad oggi, in provincia di Belluno, su 18 posti da dirigente rimasti liberi tra pensionamenti e defezioni, ne sono state assegnate in ruolo nove.
Agli istituti comprensivi di Mel c’è Umberto De Col, a quello di Auronzo Erika Lombardi, a Pedavena Matteo Aurelio Giuseppe Carrera, a Trichiana c’è Maria Pia D’Ambrosio, a Feltre entrerà Lorella Lazzaretti. Per quanto riguarda, invece, gli istituti superiori, dal primo settembre ci sarà Andrea Pozzobon a guidare i licei Galilei-Tiziano, Ilaria Chiarusi all’Iti Segato, Mauro De Lazzer al Catullo, mentre Violetta Anesin è stata assegnata all’istituto Renier.
Le presidenze vacanti
Restano vacanti e quindi dovranno essere assegnate in reggenza, cioè a presidi che hanno già la titolarità di un’altra scuola, le dirigenze dei comprensivi di Cesiomaggiore, di Quero Vas, di Santa Giustina, di Fonzaso e Lamon, di Longarone, di Puos d’Alpago, l’istituto omnicomprensivo Val Boite di Cortina e il centro per l’istruzione degli adulti di Belluno (Cpia) e il Follador di Agordo.
Il caso follador
L’istituto Follador di Agordo verrà assegnato d’ufficio in reggenza.
Problemi potrebbero esserci anche per il comprensivo di Trichiana, anche questo assegnato, giovedì, d’ufficio, dal Provveditorato veneto. La neo titolare potrebbe, infatti, anche decidere di rinunciare. Rinuncia che comporterebbe, però, il suo depennamento dalla graduatoria di merito, vanificando di fatto il risultato del concorso.
Le reggenze
Intanto ci sarà tempo fino alla mezzanotte di lunedì per presentare a Venezia le domande di reggenza dei presidi attualmente di ruolo, rendendosi così disponibili a guidare oltre alla loro scuola, anche un’altra che non ha avuto l’assegnazione in ruolo. Quattordici gli istituti bellunesi che dovranno trovare qualche dirigente scolastico disposto a guidarli.
Oltre ai nove rimasti senza un posto di ruolo vanno aggiunti i cinque istituti sottodimensionati perché con un numero di iscritti inferiori a quelli stabiliti per legge che non hanno, quindi, diritto ad un preside. Si tratta dei comprensivi di Alleghe, di Pieve di Cadore, di Val di Zoldo e di Domegge e l’istituto alberghiero di Longarone “Dolomieu”.
La provincia di Belluno è quella che ha il maggior numero di scuole che andranno in reggenza: 14 appunto contro le 8 di Padova e Vicenza, le 6 di Rovigo, le 5 di Verona, le 4 di Treviso e le 2 di Venezia.
Il sindacato insorge
E sono proprio questi numeri a provocare l’indignazione della segretaria della Cisl scuola, Lorella Benvegnù, solitamente tipo tranquillo e pacato. «È ora di smetterla: ancora una volta la provincia di Belluno si è dimostrata la cenerentola delle scuole venete, con il maggior numero di istituti rimasti senza un dirigente scolastico. Quattordici scuole su 37 totali mi pare un numero molto elevato, meno di un terzo del totale. Siamo all’esagerazione. Ci avevano assicurato», prosegue l’esponente della Cisl, «che sarebbe stata data copertura, grazie al concorso, al 70% dei posti vacanti, invece per noi, unici in Veneto, questo non è avvenuto».
Per la sindacalista, la provincia di Belluno, quindi, ancora una volta non si dimostrata così appetibile per i neo presidi. «E il conto non è finito perché forse un altro paio di presidenze assegnate potrebbero saltare. Quindi la situazione è uguale a quella dell’anno scorso. I presidi, quelli con esperienza, dovranno dividersi i posti vacanti, aiutati da quelli provenienti da fuori provincia».
Infatti, i nove neo assunti non possono, nel primo anno in cui sono affiancati da un tutor, guidare in reggenza anche altre scuole. E così ci troveremo che un preside, come sempre, dovrà dirigere 2-3 scuole». Per Benvegnù «ci troviamo in una situazione vergognosa a dir poco». —
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