Neonata morta per la rottura dell’utero
BELLUNO. Sarebbe morta per la rottura dell’utero della mamma la piccola deceduta a Treviso tre giorni dopo il parto drammatico avvenuto nell’ospedale di Oderzo. Questo ha stabilito l’autopsia effettuata giovedì sul corpicino della bimba dai tre specialisti incaricati dalla procura. Resta da chiarire, adesso, se la rottura dell’utero potesse essere evitata, o se si potesse intervenire in tempo evitando che compromettesse il parto e la vita della piccola. C’è quindi un punto fermo nell’inchiesta aperta dalla procura di Treviso dopo la denuncia dell’avvocato che assiste i genitori della piccola. Ma probabilmente non basterà ad evitare altre perizie per fare luce sulla drammatica vicenda avvenuta a inizio luglio, quando i futuri genitori si sono recati in ospedale a Oderzo perchè la mamma accusava forti dolori addominali.
In reparto, dopo averla visitata e tranquillizzata, i medici hanno deciso di rimandarla a casa sicuri che non fosse ancora il momento del parto. Cose che capitano spesso con le neo mamme. Ma quel che è successo dopo non è stato la solita routine.
A casa, la notte è un inferno di dolori, tanto che il mattino seguente, intorno alle 8, la mamma si ripresenta in reparto. Gli spasmi e i dolori addominali continuano e con essi la paura che il feto sia in pericolo. I medici stavolta decidono il ricovero. Da lì, sotto il controllo dell’équipe, inizia una lunga serie di contrazioni che prosegue per oltre 12 ore. In sala parto il dramma non finisce, anzi, ai dolori subentrano il vomito e una perdita di sangue. La madre è sconvolta, il terrore per le sorti del feto manifesto. A quel punto i sanitari decidono che la donna deve essere trasferita in sala operatoria per effettuare il cesareo. L’operazione viene fatta in emergenza, ma la bambina nasce in sofferenza, «con lesioni permanenti» specifica l’avvocato della famiglia. Viene quindi trasportata alla Patologia neonatale del Ca' Foncello. Ma la corsa in ambulanza e due giorni di cure non bastano. La bimba muore.
La coppia, bellunese, si rivolge subito all’avvocato Giuseppe Triolo che fa denuncia. Scatta il sequestro delle cartelle cliniche all'Usl 9 e viene disposta l’autopsia sul corpicino della neonata. Il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Massimo De Bortoli che iscrive nel registro degli indagati l’intera équipe di medici dell’ospedale di Oderzo, ma anche il personale della struttura di Treviso. L’inchiesta si allarga così a dieci persone, tutte quelle che hanno partecipato a vario titolo alla gestione del parto della donna, e poi alla cura della bimba. L'ipotesi di reato è omicidio colposo.
Ieri la procura ha dato il nulla osta alla sepoltura della piccola se i genitori decideranno così. Per loro sono momenti difficilissimi. Impossibile ancora riprendersi dalla terribile e dolorosissima vicenda vissuta .
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