Nessun altoatesino a Cima Vallona Scoppia la polemica
CIMA VALLONE. L'ampia spianata contornata dalle verdi abetaie di Cappella Tamai, ha ospitato in una bella giornata di sole, la cerimonia per il 46° anniversario dell'eccidio di Cima Vallona, il sanguinoso attentato di matrice altoatesina che costò la vita all'alpino Armando Piva e ai componenti della pattuglia antiterrorismo Francesco Gentile, Mario Di Lecce e Olivo Dordi.
Davanti alla chiesetta che ricorda la forma di una tenda alpina, si è svolta la consueta celebrazione con la partecipazione dei parenti delle vittime: Gabriella Piva, sorella di Armando, i fratelli Amatore e Ottavio Dordi, la signora Graziella Di Lecce e di Marcello Fagnani, medaglia al valor militare, unico superstite della strage. Quindi le allocuzioni ufficiali con gli interventi del sindaco di San Nicolò Giancarlo Ianese, del presidente dell'Ana Cadore, Pierluigi Bergamo, del senatore Piccoli, del colonnello Zagli del Comando Truppe Alpine.
In chiusura il prefetto Simonetti ha letto il messaggio del Ministro della Difesa Mario Mauro e il vicepresidente dell'Ana Nino Geronazzo ha ringraziato quanti ogni anno si impegnano per organizzare questa importante testimonianza di vicinanza e affetto ai militi caduti per il senso del dovere.
Purtroppo Geronazzo ha dovuto constatare la mancanza di una rappresentamza ufficiale del Consiglio Provinciale di Bolzano, che negli anni passati era presente con il presidente Mauro Minniti.
«Auspico che in futuro la partecipazione altoatesina possa tornare nel segno di una pacificazione voluta dalla storia. Anche se noi non dimenticheremo mai i Caduti di Cima Vallona». Anche Dario Bond presente in rappresentanza della Regione Veneto, stigmatizza l'assenza di Bolzano: «Sprezzante e impudente l'assenza delle Istituzioni altoatesine alla commemorazione. Possibile che nessuno dei rappresentanti altoatesini fosse presente? È una mancanza di rispetto e di sensibilità che deve farci riflettere. Forse per qualcuno quel tragico capitolo della nostra storia non è ancora chiuso e degno dei giusti onori. La cosa mi rammarica e mi preoccupa», aggiunge Bond. «Erano presenti tutte le autorità militari e la rappresentanza nazionale dell'Ana a dimostrazione dell'alto valore della giornata. Come al solito è stata una commemorazione intensa e densa di significato. Purtroppo lo è stata per molti ma non per tutti, come invece dovrebbe essere. Da domani mi muoverò per fare in modo che il Consiglio regionale del Veneto invii una richiesta ufficiale di chiarimenti a Bolzano e prenda una posizione in merito. Allo stesso tempo chiedo che il Prefetto di Belluno si deve attivare con il suo pari grado bolzanino perchè un simile atteggiamento deve essere ripreso e condannato per le vie ufficiali. Finchè come presidente del Consiglio bolzanino c'era Mauro Minniti, una rappresentanza istituzionale era garantita. Oggi nessuno in Alto Adige sembra essersi ricordato di uno dei più vili attentati degli ultimi decenni. Di fronte a questi episodi della storia non ci dovrebbero essere né confini territoriali né tanto meno confini politici e partitici. Spero si possa ristabilire un percorso comune responsabile e maturo visto che apparteniamo tutti alla stessa Repubblica».
Livio Olivotto
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