«Nessun lucro, agiamo secondo la legge»
BELLUNO. «Non c’è nessun arricchimento, nessun vantaggio per i medici di medicina generale. Noi siamo tranquilli perché operiamo sempre nel rispetto delle leggi nazionali e regionali».
Il presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Umberto Rossa, interviene in merito alle notizie dell’avvio di un’indagine conoscitiva da parte della Procura sui contratti che legano l’Usl 1 ai medici di base e sulle convenzioni per capire in modo più approfondito come vengano spesi i soldi pubblici.
«Ci sono dei percorsi che sono previsti da norme nazionali e regionali che prevedono l’appropriatezza delle prestazioni. Ad esempio per il diabetico ci sono delle linee guida da seguire per curare al meglio questi pazienti e il medico che segue tutto questo, visto anche lo sforzo che gli è richiesto riceve un compenso accessorio. Riceviamo ugualmente degli incentivi per seguire dei corsi di aggiornamento. Ma questi incentivi sono previsti in tutta Italia: non c’è alcuna intenzione di lucrare sulla salute dei cittadini, ogni azione viene fatta alla luce del sole. Si tratta, anzi, di migliorare la prestazione per il paziente per tutelarlo», precisa Rossa che prosegue: «Così come il decreto della spending review ci spinge alla prescrizione dei farmaci generici piuttosto che di quelli di marca, per far risparmiare il Sistema sanitario nazionale e anche il cittadino. Nessuno pensa che così il paziente venga curato peggio o che si speculi sulla sua salute. Una cura appropriata non significa togliere qualcosa all’assistenza, bensì prescrivere al paziente ciò di cui ha realmente bisogno, utilizzando le risorse in modo oculato».
La pensa alla stessa maniera anche Fabio Bortot, fiduciario dei medici di medicina generale. «La magistratura ha chiesto di poter visionare l’atto aziendale stipulato tra Usl e medici dove sono stati posti alcuni punti che vanno seguiti».
Per Bortot il problema di questi giorni «è un po’ quello emerso nel 2010 quando ci dicevano che guadagnavamo risparmiando sui pazienti. Dobbiamo utilizzare in modo corretto le risorse, che significa fare quello che serve nel miglior modo possibile. Anche dalla Regione Veneto sono arrivate delle linee guida in questo senso, come esistono a livello internazionale».
«Se uno ha mal di gola, dopo averlo visitato gli prescriverò la cura necessaria, non lo manderò, per una semplice tracheite a fare i raggi sia perché lo sottoporrei a un bombardamento inutile di radiazioni, sia perché non è necessario e nello stesso tempo si sono risparmiate risorse. Il patto aziendale prevede anche la prescrizione, dove possibile, dei farmaci generici che costano meno ma hanno lo stesso principio attivo degli altri».
Il fiduciario evidenzia come «tutto questo però implica uno sforzo e un impegno intellettivo non indifferente da parte del medico che viene incentivato economicamente a comportarsi così. È un impegno che viene remunerato come succede in tutte le altre parti in Italia». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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