Nessun rimborso per la calamità

I danni dello scorso anno non rientrano nelle tipologie previste

BELLUNO. Nessun rimborso agli agricoltori bellunesi per i danni alle colture causati da maltempo e siccità. Dopo aver perso oltre il 50% del raccolto di foraggere e di miele, i coltivatori devono fare i conti col fatto che la calamità naturale che li ha interessati «non risponde ai criteri stabiliti per aver diritto al rimborso», precisa Mauro Alpagotti, direttore della Cia che aggiunge: «E questo significa che per le aziende ci saranno altri esborsi, visto che dovranno acquistare il foraggio da altri. Soltanto chi era assicurato non subirà troppo il contraccolpo».

A rincarare la dose di malumore nel settore è Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura: «I controlli a tappeto eseguiti nei mesi scorsi dalle forze dell’ordine anche tra i nostri associati (una trentina su 150) e il sequestro della documentazione sta mettendo in difficoltà le imprese, che sono bloccate nei pagamenti. Credo che, vista la crisi, le forze dell’ordine avrebbero potuto limitare questi controlli alle situazioni note».

Donazzolo si sofferma anche sulla questione dei prestiti di conduzione, i fondi erogati annualmente dalla Regione per eventuali danni ambientali: «Le richieste sono talmente tante e le risorse così ristrette che complessivamente si potrà evaderne soltanto il 15%. Visto come vanno le cose, il prestito invece di essere restituito l’anno successivo come previsto, poteva almeno essere diluito in cinque anni: così si strangolano le aziende».

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