«Nessun ritardo alcuni sindaci si muovono altri invece no»
. «Tre mesi di ritardo? Ma quali? Ci sono sindaci che si sono mobilitati per tempo. E che sono già soggetti attuatori. Perché qualche loro collega dell’Agordino è rimasto alla finestra?». Nei giorni scorsi Fabrizio Stella, direttore Avepa, nella sua veste di subcommissario ai boschi schiantati, è stato preso di mira da alcuni sindaci dell’Agordino che gli imputano di aver perso tempo. Stella è tentato di rispondere con la polemica, ma si trattiene. E lo fa da tecnico.
Dunque, Stella, i ritardi ci sono o no?
«No, assolutamente. L’operazione è estremamente complessa. Abbiamo, nel solo Veneto, 30 mila ettari di bosco da rimuovere, per evitare che venga assalito dal bostrico (un parassita molto aggressivo soprattutto per gli abeti rossi, ndr). Dovevamo pianificare interventi efficaci e rapidi. Bene, ci sono sindaci che hanno avuto la pazienza di aspettare e che hanno chiesto di essere nominati soggetti attuatori per decidere loro come meglio intervenire».
Il federalismo forestale, finalmente. Qual è stato il risultato?
«Il presidente della Regione ha nominato l’altro ieri 11 soggetti attuatori nella persona di altrettanti sindaci. Citiamo le sindache di San Pietro di Cadore e Santo Stefano di Cadore, che devono vedersela con un autentico disastro, quello della Val Visdende. E poi ci sono il sindaco di Pieve di Cadore e di San Tommaso Agordino. Nei prossimi giorni sarà la volta di San Vito di Cadore, di Cibiana, di Val di Zoldo e di Selva di Cadore. E altri loro colleghi dell’Altopiano di Asiago».
Le donne sindaco, dunque, sono in prima fila?
«Sono le più determinate. Se penso alla situazione in cui operano Casanova Borca di San Pietro e Buzzo di Santo Stefano, devo riconoscere che hanno dimostrato coraggio. Le relazioni non sono sempre facili tra le Regole ed i Comuni».
Le Regole, appunto. C’è chi è andato avanti e chi ha preferito aspettare…
«Sì, ma adesso, da Cortina alla Val Visdende, le Regole stanno operando efficacemente. Sono numerose le aste che sono già andate a buon termine. E non è che in Trentino, dove c’è più organizzazione nella gestione forestale, si sia andati meglio o più in fretta».
A quanto si vende, in questo momento, il legname schiantato al metro cubo?
«Tra i 15 ed i 35 euro».
È un po’ poco.
«Attenzione, in Slovenia, Croazia, in Svizzera ed in altri Paesi vicini ci sono ben 53 milioni di metri cubi di legname che stanno facendo pressing sul mercato. E, in ogni caso, buona parte di questo legname è da brucio».
Ma torniamo alle critiche dei sindaci dell’Agordino. Questi riportano fatti inoppugnabili.
«Intanto mi lasci dire che alla riunione dell’altra sera non c’erano tutti i sindaci. E tra quelli che c’erano, alcuni ci hanno scritto prendendo le distanze dai colleghi. Io li invito a prendere l’esempio dai sindaci citati, quelli che hanno deciso di gestire in proprio quest’emergenza. Certo, noi siamo pronti a farci carico di ogni evenienza. Ma preferiremmo accompagnare quelli che accetteranno di diventare loro stessi soggetti attuatori. Ricordiamo, al riguardo, che avranno poteri in deroga per operare come fossero in stato di emergenza».
D’accordo, ma i soldi?
«È evidente che le risorse, appena arriveranno in Regione, saranno immediatamente redistribuite. Immediatamente, lo ripeto. E tutte».
A proposito, avete calcolato quali somme serviranno per bonificare i boschi?
«Ci vorranno 150 milioni solo di strade, di piste forestali. E, a questo riguardo, chi meglio del sindaco, nella sua veste di soggetto attuatore, potrà decidere dove è più opportuno aprire questi percorsi?».
È vero che saranno necessari altri 250 milioni per mettere in sicurezza il territorio dalle frane?
«Non è un settore di mia competenza. Mi risulta, però, che l’Arpav abbia quantificato la cifra in 300 milioni circa».
I sindaci dicono che non sono in grado di fare tutto da soli. Che deve muoversi la Regione…
«Non usi il plurale. Alcuni sindaci portano avanti questa problematica, i più assolutamente no».
Tutte le zone di schianto saranno accessibili per la raccolta del legname schiantato e quindi per la sua successiva vendita?
«Assolutamente no. Uno studio dell’Università di Padova, condotto in collaborazione anche con Luxottica, dimostra che su 650 mila metri cubi di legname caduto in Agordino, 150 mila metri cubi non sono recuperabili».
Quanto tempo resta per fare pulizia?
«Il bostrico ha pianificato il suo assalto sino a fine 2020. Lo certificano gli studi compiuti. Dalla primavera 2021 comincerà a dare l’assalto alle piante in piedi. Ecco perché le Regole del Cadore, del Comelico e di Cortina sono già all’opera. Ed ecco perché si sono mobilitati i sindaci, senza tentennamenti. Encomiabile, ad esempio, è il lavoro che si sta facendo in Val Visdende, dove i forestali sono all’opera anche in condizioni proibitive. Per dire come e quanto noi li assistiamo, abbiamo messo in sicurezza 100 metri della strada di accesso, un problema che ci avevano posto proprio i sindaci». —
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