Nessuna violenza: assolta la maestra

Scagionata la donna a processo per abuso di mezzi di correzione e lesioni. L’avvocato: «Fatto l’interesse dell’alunno»

BELLUNO. La maestra è assolta. Il fatto non sussiste per l’insegnante di una scuola elementare cittadina, che era stata accusata di aver preso per le orecchie un alunno, durante un’ora di ginnastica. La donna era stata denunciata da un maresciallo dei carabinieri abuso di mezzi di correzione e lesioni. Il pubblico ministero Rossi aveva chiesto un anno di reclusione e l’avvocato di parte civile Trilo ha aggiunto un risarcimento danni di 5 mila euro per la famiglia di un ragazzino problematico. È passata la linea dei difensori Monica Barzon e Mauro Gasperin, che volevano l’assoluzione con formula piena e l’hanno ottenuta: «Siamo molto soddisfatti di come è andata», sottolinea Barzon, «eravamo convinti dell’assoluta innocenza della nostra assistita e abbiamo puntato sulla sua assoluzione. Il giudice ha ritenuto che la donna abbia agito nell’esclusivo interesse di un bambino che aveva dei problemi e metteva in pericolo l’incolumità propria e dei compagni di classe».

Nell’ultima udienza del processo, la pubblica accusa non ha replicato, di conseguenza non hanno potuto farlo nemmeno le altre parti. Il giudice Feletto non si è nemmeno ritirata in camera di consiglio e ha letto il dispositivo della sentenza, riservandosi sessanta giorni per le motivazioni, sulla base delle quali la procura della Repubblica potrebbe presentare appello. Nel frattempo, non sono sfuggire le lacrime di emozione di una donna, che si è tolta un grosso peso. Insegna da una quarantina di anni e per la gestione di questo ragazzino, che purtroppo soffre di soffre di deficit dell’attenzione e iperattività oppositiva, doveva affidarsi anche a un’insegnante di sostegno: «Era molto impulsivo e faceva fatica a controllare le emozioni, oltre che ad avere relazioni normali con i compagni, che colpiva con calci e pugni», aveva spiegato durante l’esame dell’imputata, «oppure capitava che lanciasse materiale scolastico».

L’episodio contestato è del 5 febbraio 2016. L’insegnante si è difesa: «Quel giorno c’era anche dell’attività motoria e l’ultimo quarto d’ora era riservato al gioco. Il fatto che io avessi scelto un altro bambino e non lui l’ha spinto ad allontanarsi, a sistemarsi vicino a dei materassi e a cominciare a lanciare dei coni. Quando mi sono avvicinata, l’ho visto rosso in viso, paonazzo e sudato: stava vivendo una crisi. Quando poi mi ha ribadito di volersene andare, forse per raggiungere il nonno che veniva a salutarlo, per evitare che si mettesse in pericolo, l’ho preso sopra una spalla, spingendolo verso l’interno. Abbiamo perso l’equilibrio e siamo finiti a terra. Gli ho preso le mani e stretto le sue gambe tra le mie ginocchia, per evitare che mi colpisse con pugni e calci».

La scena è stata notata da un padre di famiglia, che fa il carabiniere e ha presentato denuncia. Ieri l’assoluzione.

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