«Nessuno di noi toccò le ragazze al night club: la loro è una vendetta»
SOSPIROLO. Una birra al night club. Due romeni e un moldavo, a processo per violenza sessuale su due figuranti di sala del Vedania di Sospirolo, hanno respinto tutte le accuse della Procura, ammettendo al massimo un diverbio con il barista, perché dopo la loro consumazione da 10 euro, non avevano alcuna intenzione di pagare da bere anche alle ragazze, sborsandone altri 15. Si sarebbero sentiti dire che, in questo caso, potevano anche togliersi dai piedi, anzi da un’altra parte del corpo. Se ne sono andati, dopo che all’esterno erano arrivati i carabinieri. Nessun palpeggiamento sul seno e sulle gambe; non ci sono stati insulti con parole volgari, per cercare di avere un rapporto completo, tanto meno un inseguimento fino alla porta del camerino, con spinte, strattonamenti e minacce di rivedersi nel parcheggio, prima che le spaventatissime dipendenti riuscissero a chiudersi dentro a chiave.
La serata di C.V., A.D. e R.L. (ci sono dei figli piccoli da tutelare) era cominciata al bar Simba di Feltre, insieme ad altri quattro coetanei. Non si vedevano da tempo e hanno consumato alcune birre, prima di spostarsi nell’unico locale che ritenevano aperto, dopo le 2 del mattino. Solo R.L. non aveva bevuto alcolici, perché è astemio ed è anche quello che, dopo aver ordinato un energy drink, è uscito per una lunga sigaretta e sostiene di non averle proprio viste le ragazze, tranne una sudamericana nel corridoio.
C.V. è quello che ha avuto maggiormente da ridire con il barman e sarebbe stato minacciato di morte dal buttafuori. Il giorno dopo quest’ultimo l’ha raggiunto al bar Rondò, previo contatto su Facebook con R.L.: gli ha dato uno schiaffo e, dopo averlo messo in fuga, raggiunto e picchiato. C’è stata una querela, poi ritirata per il risarcimento danni alla macchina.
E quella presentata dalle ragazze, sette mesi dopo? «È una vendetta». —
Gigi Sosso
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