«Nessuno si è dimenticato di Giovanni»

Il console italiano in Uruguay ha attivato gli Affari Esteri per il rimpatrio del bellunese Dal Molin

BELLUNO. Nell’ultimo mese la sua storia è riuscita almeno ad ottenere la ribalta mediatica internazionale (oltre ai media italiani di lui hanno parlato alcune delle principali testate, televisioni sudamericane, australiane, tedesche e inglesi), ma del rimpatrio non se ne parla. Almeno per il momento.

Il calvario di Giovanni Dal Molin, l’85enne originario di Limana, che vive in Uruguay e da ormai 56 anni emigrante in Sud America, sembra ancora lontano dall’aver fine. La moblitazione delle locali associazioni migranti uruguaiane e quella della comunità uguruagia in Italia hanno avuto il merito di far giungere il caso sulle scrivanie del console italiano a Montevideo, del sindaco di Belluno, dell’Associazione Bellunesi nel Mondo e dell’associazione partigiani bellunese, ma gli ostacoli burocratici restano ancora molti. «Sulla vicenda del signor Dal Molin», ha precisato Cinzia Frigo, console italiano in Uruguay, «è stato attivato il Ministero degli Affari Esteri e posso assicurare che il conazionale Dal Molin già dal 2007 è seguito da questo Consolato e da me personalmente. Siamo già in contatto con il Comune di Belluno per vedere di individuare una struttura che lo possa ospitare una volta in Italia, ma al momento non abbiamo trovato parenti che intendano farsi carico della sua persona».

Nessun parente in grado di garantire a Giovanni un domicilio o assistenza, appunto: questo il problema. A dire il vero il Comune di Belluno e Abm avrebbero trovato un parente del Dal Molin, ma non disposto ad ospitarlo e, conseguentemente, a sobbarcarsi anche i costi della sua assistenza: requisito prioritario per l’autorizzazione al rimpatrio. Quello su cui stanno lavorando i responsabili dei servizi sociali comunali e l’Associazione Bellunesi nel mondo, quindi, è verificare se ci siano i presupposti per garantirgli la permanenza (non solo la prima accoglienza) in una struttura per anziani, visto che «noi avremmo anche risolto il problema del costo del biglietto per il rientro del signor Dal Molin», ha precisato Oscar De Bona, presidente di Abm, «però bisogna che una volta giunto qui qualcuno lo accolga».

Sull’ex (allora giovanissimo) partigiano, emigrato nel 1958 in Sud America e 10 anni fa giunto in Uruguay, dove è attualmente ospitato nella comunità della Congregazione dei padri scalabriniani, è intervenuto anche il sindaco Massaro, spiegando che «il Comune, in contatto con Consolato e ministero degli Affari esteri, sta facendo un approfondimento generale sulla situazione sociale, sanitaria e dei redditi del signor Dal Molin. Questo perchè, se volesse come sembra essere ospitato in una casa di riposo deve ovviamente esserci prima un’analisi della sua situazione sanitaria e sociale per entrare in graduatoria». (ma.ce.)

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