Neurochirurgia a Belluno, al via da domani il servizio ridotto

BELLUNO. In arrivo un’altra pesante riduzione del servizio di Neurochirurgia all’ospedale San Martino di Belluno.
A lanciare l’allarme è la referente di Cittadinanzattiva, Ottorina Bompani che chiede immediate spiegazioni alla dirigenza dell’Usl 1 e invita la popolazione a prendere posizione. «Ho saputo che da domani», spiega Bompani, «il servizio di Neurochirurgia, che da quest’anno è in pesante sofferenza, sarà ridotto ulteriormente. I medici saranno presenti in ospedale non più dalle 8 alle 20 come succede ora, ma dalle 8 alle 18. Praticamente sarà garantita soltanto un’attività ambulatoriale, mentre soltanto un giorno a settimana i professionisti saranno a disposizione per le emergenze. Per l’ennesima volta siamo di fronte ad un depotenziamento di un servizio salvavita in un ospedale, come quello del San Martino, che è stato definito hub dalla Regione, ma che invece inizia ad avere tutte le caratteristiche di un nosocomio di periferia».
La questione della Neurochirurgia non nasce adesso, ma dalla fine del 2017. «Dal 2002 fino al 31 dicembre del 2017», precisa la referente di Cittadinanzattiva, «tra l’Usl di Treviso e quella di Belluno esisteva una convenzione in base alla quale da Treviso venivano garantiti i medici a gettone h24, per espletare l’attività neurochirurgica al San Martino. All’inizio questo servizio prevedeva l’attività anche in sala operatoria, l’emergenza, i ricoveri, le guardie notturne e festive. Insomma era un servizio completo, poi con il tempo questo si è ridotto, togliendo dapprima gli interventi chirurgici. I medici, infatti, hanno iniziato a non operare più, a non ricoverare più, visto che non potevano garantire le emergenze notturne nè l’attività in sala operatoria. La loro presenza era prevista dal lunedì al sabato, senza guardie notturne nei giorni feriali e in quelli festivi. Oggi, in caso sia riscontrato un problema neurochirurgico ad un paziente in urgenza ma anche senza l’emergenza, gli interventi chirurgici si fanno solo a Treviso».
Questo tipo di sistema è durato fino alla fine dello scorso anno quando è scoppiato, come si ricorderà, un problema: «Da quanto ci hanno riferito, tutto sarebbe stato causato dalla carenza di neurochirurghi per cui ad un certo punto si è paventato di tagliare l’attività a Belluno. Poi però l’Usl 2 della Marca trevigiana ha assunto 5-6 nuovi professionisti. Quindi», continua Bompani, «se non c’è più carenza di personale, perché si continua a tagliare questo servizio? Purtroppo qui si continua a fare cassa sulla pelle dei cittadini, invece di mettere al centro il loro benessere», sbotta la referente dell’associazione che aggiunge: «Da gennaio 2018 non è stata più rinnovata la convenzione con l’Usl trevigiana, e quindi i medici che operano qui, vengono perché costretti dalla direzione generale, senza percepire per questo, a quanto mi risulta, alcuna indennità. E da domani, il servizio sarà soltanto ambulatoriale: i medici saranno presenti due volte a settimana per eseguire 12 visite e altre due volte per eseguirne 13, visto l’aumento di richieste, mentre un giorno dovranno garantire la guardia cioè consulenze per le emergenze. E tutto dalle 8 alle 18. Una riduzione di orario e di attività che non lascia ben sperare sul futuro di questo servizio. Spero che i bellunesi si facciano sentire rivendicando questo servizio, altrimenti credo che questo reparto non avrà lunga vita ancora».
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