Neurochirurgia, da ottobre nuovo servizio
belluno
Partirà da metà ottobre un nuovo servizio di Neurochirurgia all’ospedale San Martino di Belluno. Nei mesi scorsi era stata sottoscritta dai direttori generali delle Usl 1 Dolomiti e 2 della Marca Trevigiana la bozza della nuova convenzione che ha avuto il via libera dal segretario generale della Sanità veneta, Domenico Mantoan. Con questo ok, quello che mancano ancora ad oggi sono i piccoli ritocchi.
Il servizio da lunedì 15 ottobre sarà attivo h 24. O meglio un neurochirurgo sarà presente dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16 in orario di servizio, mentre dovrà essere garantita la reperibilità in loco a Belluno dalle 16 alle 8 del giorno successivo. Questo significa che il professionista non sarà presente fisicamente nell’ospedale, ma dovrà essere pronto ad intervenire entro mezz’ora dall’eventuale chiamata. E a chi farà il turno dopo le 16 sarà garantito un gettone di presenza. Al sabato il servizio funzionerà dalle 8 alle 12 con reperibilità in loco. Domenica sarà prevista soltanto la reperibilità. Gli ambulatori saranno funzionanti 3-4 volte a settimana, mentre le sale operatorie lavoreranno 2-3 volte.
Saranno effettuati soltanto interventi programmati, perché le urgenze continueranno ad andare a Treviso. Questo modello sarà applicato per sei mesi, in via sperimentale, con possibilità di essere riproposto. La bozza, approvata dalla Regione nelle settimane scorse, lascia qualche perplessità tra i cittadini. In molti si chiedono se questo non sia soltanto l’ennesimo escamotage messo in piedi dalla Regione per togliere, senza dare troppo nell’occhio, un servizio che qualifica l’attività stessa dell’intero ospedale.
Attualmente il servizio di Neurochirurgia prevede la presenza del medico dalle 8 alle 16 dal lunedì al venerdì. Il professionista segue solo l’ambulatorio ed esegue consulenze per pazienti interni non urgenti. Il sabato e la domenica non è prevista la presenza di alcun medico.
Il gruppo Sanità del comune di Belluno cautamente spera che «questa convenzione, di cui apprendiamo da fonti giornalistiche, non sia soltanto un’operazione cosmetica, un restyling che non porta davvero a un cambio di rotta dell’attività neurochirurgica. Come abbiamo detto più volte», prosegue il gruppo politico, «in questa provincia abbiamo bisogno di un primariato di Neurochirurgia, di avere cioè un reparto attivo. Così si rischia ancora una volta di torna a fare la periferia di Treviso». —
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