Neurologia, un solo medico di notte. Capelli: «Così non si rivolve la crisi»

La carenza di personale nei reparti di Neurologia degli ospedali di Belluno (tre medici compreso il primario) e Feltre (4 professionisti compreso il primario) e la mobilitazione della cittadinanza per avere garanzie sul servizio hanno spinto l’Ulss Dolomiti a intervenire per tamponare la situazione.
Da ieri, è stato attivato in via sperimentale un nuovo modello organizzativo che prevede un’unica pronta disponibilità notturna e festiva aziendale del neurologo. Così facendo, dalle 20 alle 8, invece di avere due medici (uno per ospedale) pronti a intervenire nel momento del bisogno, ne sarà previsto uno soltanto: a seconda della struttura a cui farà riferimento, il paziente in emergenza sarà portato al San Martino o al Santa Maria del Prato. Il paziente con codice ictus che dovesse necessitare di un trattamento trombolitico la notte o il festivo, sarà centralizzato dal Suem 118 nel presidio dove sarà fisicamente presente il medico specialista in pronta disponibilità.
Questa manovra permetterà di recuperare almeno un turno in Neurologia per impiegarlo nell’attività ambulatoriale e di reparto. Così gli ambulatori, e in particolare i trattamenti per i pazienti con sclerosi multipla e le prestazioni con priorità breve, continueranno a essere garantiti in entrambi i presidi di Belluno e Feltre, così come le attività di ricovero.
Sono state sviluppate, inoltre, delle reti e dei protocolli tra operatori per individuare il collocamento più appropriato per il ricovero del paziente in base alle sue caratteristiche: potrebbe anche capitare che un paziente, visto il suo quadro clinico magari non troppo grave a livello neurologico, venga ricoverato in Medicina anziché in Neurologia.
«In queste settimane ci siamo attivati a tutto campo per individuare nuovi professionisti e trovare strategie organizzative per garantire le attività di entrambe le Neurologie», dicono dall’azienda sanitaria, dove si attende con particolare apprensione la data del 18 maggio quando scadrà un ulteriore bando di concorso per Neurologi. «Bando che sarà espletato nel più breve tempo possibile e che auspichiamo possa portare nuovi professionisti. Sono state attivate, altresì, altre modalità di reperimento delle risorse umane con bandi sempre aperti a tempo determinato e per contratti in libera professione. Sono, inoltre, operative una serie di convenzioni con altre aziende, in particolare con l’Ulss Marca Trevigiana, per aumentare il numero di turni in convenzione disponibili per il presidio di Belluno».
L’operazione non convince il presidente dell’Ordine provinciale dei medici Stefano Capelli, che sulla questione Neurologia aveva avanzato l’ipotesi di accorpare i due reparti così da recuperare medici («che sono appena sufficienti per garantire tutti i servizi in modo adeguato», sottolinea Capelli), sia di mettere in atto dei benefit economici per attirare qui i professionisti. «L’iniziativa dell’Ulss non risolve per nulla la situazione critica della Neurologia, servirà soltanto per tirare avanti in attesa di vedere quanti candidati parteciperanno al concorso che scadrà il 18 maggio. Posto che tutti ci auguriamo che siano tanti i medici che presenteranno domanda, se non dovessero esserci candidati, che cosa intende fare l’azienda sanitaria?», chiede il presidente dei medici che conclude evidenziando: «Il problema della Neurologia può essere risolto con l’arrivo di un numero consono di nuovi medici, cosa che finora non si è avverata con le condizioni attuali di ingaggio, o con una scelta di coraggio, come l’accorpamento dei due reparti, superando il campanilismo che sta soffocando questa provincia su ogni campo. Fino a quando rimarremo all’ombra del campanile, non si potranno fare dei passi in avanti. Purtroppo questa azienda sconta il fatto di essere da qualche settimana senza un direttore generale in grado di prendere delle decisioni anche poco popolari, ma necessarie per non togliere ancora più servizi alla popolazione». pda
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi