Neve, stremati sessanta daini in Cansiglio
FARRA D’ALPAGO. Sono ben 60 i daini del Cansiglio allo stremo. E rischiano la mattanza, quella che fino ad oggi è stata risparmiata ai cervi. Cervi che sono indigenti, i daini no, sono immigrati, stranieri.
La neve è alta, sull’altopiano, tra i 50 ed i 60 centimetri, gli animali non trovano da mangiare, solo allevatori e, guarda caso, cacciatori, portano loro da mangiare. «Ieri, ciaspolando nel bosco, ho incontrato 7 carcasse di cervi e daini», testimonia Michele Bastanzetti, di Vittorio Veneto, che ogni giorno sale in Cansiglio. Ma la verità, per aspetti drammatica, è quella che riferisce Michele Boato, presidente dell’EcoIstituto veneto, casa in Alpago, una vita dedicata alla salvaguardia di questo patrimonio. «Ho saputo che la Provincia aveva predisposto un piano articolato di abbattimento dei daini, una decina al colpo. L’ha sospeso soltanto perché in Cansiglio è arrivata la neve. Neve che è costata la vita a numerosi animali. I daini hanno le zampe corte e restano intrappolati nella coltre bianca. I cervi ed i caprioli, invece, sono riusciti a fuggire, lungo la pedemontana». Severo, a questo punto, Boato con la Provincia: «Rinunci alla mattanza, troppi sono i daini già morti, non c’è ragione di tanta crudeltà». Di più, gli ambientalisti sono pronti a sit in animalisti in Cansiglio, gli ungulati straziano il cuore, in queste condizioni, degli stessi cacciatori. Quelli dell’Alpago si sono mobilitati e da giorni stanno portando del fieno ed altre sostanze alimentari. Soprattutto nella freddissima Val Menera.
Non meno generosi sono gli allevatori del Cansiglio. Valerio Bortoluzzi, figlio di Diego, conduttori di Malga Sant’Anna, è stato depredato per ben 3 volte di pregiato fieno biologico fasciato; ebbene, da 20 giorni porta lui stesso, volontariamente, ai margini del bosco del Consiglio rotoballe di fieno alpagoto di secondo taglio affinché i cervi e daini si sfamino, e stiano il più possibile distanti dai fienili e cumuli di rotoballe pregiate. «Gli animali non hanno colpa di questa paradossale situazione, quello che non funziona è il cervello dei tanti personaggi che solo a parole dichiarano di tutelarli», afferma Bortoluzzi, «ma intanto siamo noi contadini a dover tamponare la situazione».
Gli allevatori si appellano alle autorità forestali e provinciali, alla Regione a gli ambientalisti e animalisti che hanno solo a parole cura dei cervi e daini del Consiglio: «Aiutateci», è il grido d’allarme di Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa, «a dar da mangiare agli ungulati selvatici perché la neve che persiste non permette la sopravvivenza di questi animali». Casagrande va giù pesante. «Forestali, Provincia, Regione, animalisti e ambientalisti, nessuno si è visto a portare una manciata di fieno (sì, almeno una) agli animali, se ne stanno fregando di brutto e questo non va bene».
Francesco Dal Mas
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