Nevegal: presentato il piano di sviluppo del Colle

Una spa, un centro di riabilitazione, commercio e residenzialità oltre alla scuola
BELLUNO. Dopo quasi tre anni di lavoro, il progetto "Abitare il Nevegal" assume una forma complessiva e arriva a un punto decisivo: o si va avanti con il contributo di tutti, oppure ci si ferma. Ma il Comune capoluogo ci crede e ha deciso di giocare ogni carta buona per realizzarlo. Il percorso fatto in questi tre anni, dai contatti con la scuola svizzera a una ipotesi di revisione urbanistica dell'area, è stato messo in ordine in forma organica da uno staff di professionisti della società Global Strategy, che ha steso il piano di sviluppo preliminare presentato ieri. Adesso o mai più. «Si va avanti o ci si ferma?» è la domanda del sindaco Antonio Prade. «La politica ha dimostrato la sua capacità di creare relazioni costruttive per il bene comune oltre i confini nazionali, adesso vogliamo una risposta, perché questo lavoro non può continuare senza un'ampia partecipazione. Il progetto è ambizioso ma fattibile e vorremmo continuare, fare sul serio, anche perché tra qualche mese vedremo il suo avvio con la scuola di formazione permanente alle Torri. La nostra intenzione, infatti, è quella di dare risposte concrete al territorio e la formazione è un'opportunità per le generazioni del futuro». Prade, a conferma dell'impegno sul Nevegal, cita la tappa del Giro d'Italia: «Che non deve essere un evento in sè, ma un momento per far conoscere le nostre idee a tutta l'Italia». Le basi. Gianmarco Zanchetta, bellunese, ha un lungo curriculum nel mondo della finanza e con la Global Strategy ha deciso di mettere a disposizione la propria esperienza nel progetto. Va detto che tutto lo staff ha lavorato gratis per il Comune di Belluno. «Abbiamo dato il nostro apporto in quanto bellunesi», spiega Zanchetta. «Questo progetto si rivolge alla finanza internazionale e per farlo serviva un piano con un capo e una coda». Finora hanno aderito: la Regione (che l'ha inserito nel suo piano strategico), la Provincia, l'Ascom, l'Abm, Dolomiti Turismo, il Servizio forestale regionale e il Consorzio Bim Piave. Restano, per ora, a guardare, ma sono informati: la Camera di Commercio, Confindustria Dolomiti Belluno, l'Unione Artigiani, l'Appia, Coldiretti e il Parco. «La finalità del progetto è stimolare l'economia locale, attivando sul Nevegal un polo di attrazione per tutte le stagioni dell'anno». L'ambito è variegato: nel piano oltre alla formazione e allo sport, ci sono attività legate al benessere, alla cura della persona, il turismo religioso e quello ambientale. Le proiezioni per il futuro fanno immaginare un territorio, poco a sud di noi, con 7 milioni di abitanti in più con bisogni che potrebbero trovare risposta sul Colle. Il progetto. Lo studio di fattibilità è riassunto in un filmato, che evidenzia le zone di sviluppo. Le attività si concentrano dalla Pineta in su: l'area di sviluppo residenziale sarà dentro il triangolo dell'Alpe in Fiore (ma anche a ovest del piazzale), compresa una nuova viabilità e un parcheggio, ma si pensa a quattro nuovi parcheggi, dei quali uno interrato sotto il piazzale con ben 500 posti. La strada principale da Belluno verrà sistemata e affiancata da una pista ciclopedonale. Il piazzale sarà in buona parte destinato ad area pedonale, oltre a tutta la zona commerciale. La scuola e altro. La scuola svizzera (alta formazione per l'accoglienza turistica) è il fulcro del progetto e dovrebbe sorgere sulla piana che si trova tra la Pineta e il Santuario, con una struttura a ferro di cavallo (quando sarà definitiva). Di fianco, più verso la strada, ci sarà invece il centro di formazione permanente (che all'inizio verrà ospitato alle Torri). In prossimità del Santuario invece è prevista una struttura di accoglienza religiosa, mentre dall'altra parte della strada si pensa a un campeggio molto più grande dell'attuale. Vicino al piazzale ci saranno uffici di servizio del Comune e, a sud della rotonda, è stato immaginato un centro benessere-spa. Non mancheranno un terminal per le autolinee con servizi per gli sciatori e una residenza sanitaria, a ovest del piazzale dove ci saranno negozi e struscio. Il corso commerciale sarà sul lato sud con una sorta di anfiteatro da dove partono le piste. Chi lo fa? Per ora il Comune non si sbilancia sui numeri, nè della superficie interessata, nè tanto meno dei soldi necessari a realizzare tutto questo. Ovviamente servono investitori privati, ai quali anche Global Strategy assicura che «il progetto è sostenibile», poi serve l'adesione dei proprietari dei terreni inseriti nel progetto (circa 400), o almeno dei tre quarti di loro. Il Comune però intende avere in mano il controllo dell'intera operazione e quindi sarà esso stesso il soggetto attuatore. L'amministrazione. Mezza giunta è impegnata in questo piano. Gli assessori all'urbanistica (Paolo Gamba), al bilancio (Tiziana Martire) e al sociale (Angelo Paganin) sono entrati nello specifico dei loro settori di competenza. Poi c'è il super consulente Gerard Luyèt. ma è al sindaco Prade che tocca chiudere il cerchio del lavoro fatto fin qui, con l'appello ai bellunesi che in questi giorni vengono informati dello studio elaborato finora. In particolare, ieri sera, il piano è stato presentato ai proprietari dei terreni. «E' il momento del confronto», dice Prade, «che precede l'atto di adesione, il via libera a procedere. Qualcuno ha già aderito e pensiamo che ne arriveranno altri, ma vogliamo che i proprietari dei terreni siano partecipi. C'è un interesse che trascende il valore delle aree, è l'interesse della città». Prade assicura che si costruirà il minimo indispensabile e che, dal punto di vista urbanistico, ci sarà un piano unico.

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