Nevegal, spezzati i cartelli che indicavano i sentieri
BELLUNO. I cartelli con le indicazioni dei sentieri, posati l’anno scorso dall’associazione Nevegallika, sono stati di nuovo presi di mira dai vandali. Non è la prima volta che succede, nell’associazione temono non sarà neanche l’ultima e l’amarezza è grande. Perché quei cartelli hanno supplito ad una mancanza (moltissimi sentieri e gli storici troi del Colle erano privi di segnalazioni, un bel problema per chi non è pratico della zona), sono costati soldi e impegno, e vederli spezzati e abbandonati in un prato è un colpo al cuore per chi ha dedicato il suo tempo e le sue risorse economiche a questa iniziativa. «Non credo li rimetteremo, con il rischio che vengano nuovamente rotti», spiega Gianpaolo Garaboni, di Nevegallika. «Ci rinunciamo».
Con l’ultimo atto di vandalismo sono stati spezzati due cartelli. Tranciati alla base e gettati in un prato. La notizia ieri ha fatto rapidamente il giro del web, anche perché è stata segnalata in una pagina Facebook dedicata e popolata da persone che amano il Colle e lo frequentano. È stato uno di questi bellunesi ad accorgersi dei cartelli e fra lo stupore e l’indignazione per tutta la giornata non si è parlato d’altro.
Molti si sono chiesti: ma perché? Perché distruggere un lavoro costato denaro e fatica e compromettere la possibilità che gli escursionisti frequentino i sentieri del Colle, con la certezza di sapersi orientare grazie ai cartelli che nessuno, prima di Nevegallika, aveva posato?
«Io non so chi possa essere stato, ma non è la prima volta che succede», spiega Garaboni. «Pian piano sono stati rotti quasi tutti». Specie quelli che riportano una specie di divieto per le bici a usare i sentieri.
In realtà Nevegallika non ha l’autorità per proibire un passaggio su un sentiero a un mezzo a due ruote, e su alcuni cartelli aveva indicato il simbolo della bici barrato per segnalare che quel tracciato viene percorso soprattutto da persone che si muovono a piedi. Un modo per dire: appassionati di downhill, state attenti.
«Io credo che sia opportuno trovare un compromesso fra chi si muove a piedi e chi in bici», conclude Garaboni. «Non abbiamo nessuna intenzione di boicottare gli appassionati delle due ruote, ma una regolamentazione è necessaria».
Nell’attesa che arrivi, il Nevegal rimarrà (e chissà per quanto) senza alcuni dei cartelli che segnalavano quale direzione prendere ai bivi, nelle zone in cui, se non si è pratici del Colle, si rischia di imboccare il sentiero sbagliato.
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