Nichi Vendola testimone della famiglia che cambia
L’ex presidente pugliese protagonista della nuova rassegna del Tib, Historia Il Teatro Comunale torna luogo da vivere grazie alla riapertura del bar
BELLUNO. «Il cambiamento non è mai facile, ma le nostre vite non possono essere il metro delle vite altrui». Parla di amore, di famiglia, di sessualità e di storia il monologo di Nichi Vendola “L’amore e basta”, un carico di emozioni che fanno riflettere attorno alla diversità. Ieri sera Vendola ha aperto Historia, la rassegna proposta dal Tib al Teatro Comunale: cinque spettacoli preceduti da incontri con testimoni che stanno scrivendo la storia sulla propria esistenza. Il Tib offre un teatro che è un luogo da vivere, con il bar riaperto dopo tanti anni grazie ad Alessandra della Gelateria Delizia e al Punto libri gestito dalla Libreria Campedel.
“Pedigree” di Babilonia Teatri racconta le difficoltà di una nuova generazione alle prese con padri biologici e genitori di fatto, e Vendola può essere ben considerato un testimone eccellente di questa rivoluzione. Padre di Tobia insieme al marito Eddy, l’ex presidente della Regione Puglia, cattolico e comunista, non è entrato nell’intimità della propria vicenda, invitando piuttosto alla riflessione sul cambiamento.
«L’amore non è più quello di un tempo», dice Vendola, così come la famiglia, che nei secoli ha smentito sia chi ne teorizzava la fine, sia chi la immaginava come un’icona replicata di epoca in epoca. È successo che la storia l’ha riarticolata. «I bambini, gli infanti, erano quelli che non hanno voce, ma siamo noi adulti a non saperli ascoltare. Ci sono ancora posti dove vengono considerati proprietà degli adulti e pensate a quanto è recente l’idea della tutela dei diritti dei bambini», sottolinea Vendola, che nel motore del cambiamento storico vede le donne. «Vivevano una condizione atopica, usate da uomini poligami che le consideravano un brusio lontano. Pian piano si è rotta la crosta e le donne hanno iniziato una rivoluzione».
Ma c’è ancora: «Un soggetto che non ha luogo e non ha nome, “amore innominabile” come lo definiva Oscar Wilde che finì in carcere nell’Inghilterra vittoriana, che aveva bisogno di manodopera e ammetteva la sessualità solo come funzione riproduttiva. Qualcosa ha collocato l’umanità in un buco nero», osserva Vendola ricordando come l’omosessualità sia sempre esistita: «La storia dell’umanità è fatta di censure. Poi però la sessualità ha divorziato dalla procreazione ed è diventata creatività, calore, amore. Si è emancipata dall’ombra del peccato e ha conquistato la modernità». È il secondo ribaltamento, quello in cui la famiglia ha reinventato il vivere insieme «diventando sentimento profondo, andando oltre la norma che voleva catalogarla e comandarla, perché ogni persona è singolare e irripetibile».
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